A Julia Khvasechko la Coppa degli Ultimi alla Maratona di Roma

La scintilla per correre le è scattata guardando passare il “fiume” della Maratona di New York dalla sua stanza di ospedale. Statunitense, 50 anni, ha corso 305 maratone accompagnato come “pacer” i podisti alle prime armi
A Julia Khvasechko la Coppa degli Ultimi alla Maratona di Roma

E' Julia Khvasechko, con la sua storia di riscatto dalla malattia attraverso lo sport, ad aver ricevuto la Coppia degli Ultimi assegnata da Athletica Vaticana, in occasione della Maratona di Roma. La podista statunitense, 50 anni, ha ricevuto il significativo riconoscimento sul palco accanto al Colosseo, domenica mattina, dopo aver corso i 42km195 nello stile del “pacer”, aiutando i maratoneti a raggiungere il proprio obiettivo.

Julia è testimone della volontà di rinascita e di tenace speranza che la Coppa degli Ultimi esprime: a far scattare in Julia la passione per la corsa è stata una malattia gravissima. Il 2 aprile 1998 Julia è operata per rimuovere un tumore al cervello. Aveva 24 anni e il 30% di possibilità di sopravvivere, molte meno di tornare a camminare.

“Il 7 novembre 1999 – racconta - ero ricoverata al Memorial Sloan Kettering Cancer Care, un ospedale che si trova proprio sul percorso della Maratona di New York, precisamente al sedicesimo miglio. Avevo da poco fatto l’intervento chirurgico ed ero seduta sulla mia sedia a rotelle, in convalescenza, quando ho visto passare il ‘fiume’ della maratona. Non sapevo neppure cosa fosse ma mi ha ispirato di colpo”.

“Mi ci sono voluti quasi 2 anni per ri-imparare a stare in piedi, a camminare e infine a correre di nuovo fino a percorrere le 6 miglia del giro del Central Park” confida. “Ma non ho mai, mai, mai perso la speranza, non ho mai pensato che la mia situazione fosse definitiva, ho continuato a chiedere lassù di darmi forza continuando a vivere nello stile della gratitudine ogni giorno”.

Proprio a New York nel 2007 ha corso la sua prima Maratona, raccogliendo fondi per l’ospedale dove era stata ricoverata. A Roma ha corso la numero 305. “Mi piace essere ‘pacer’, un sostegno per aiutare atlete e atleti alle prime armi”. E aggiunge: “Sono felice così anche di restituire qualcosa a questo sport che amo così tanto, ma non dimenticherò mai quella giovane ragazza seduta sulla sua sedia a rotelle in ospedale che guardava la maratona passare e pregava che un giorno avrebbe avuto la forza di poterlo fare!  Il 2 aprile 2024 festeggerò 26 anni di buona salute, pura grinta, perseveranza, determinazione, forza d'animo e dedizione a non mollare!”.

Roma, poi, è una città che fa parte della vita di Julia. Nata nel 1974 in Ucraina, nell’allora Unione Sovietica, è emigrata nel 1981 a New York – aveva 7 anni - passando proprio per Roma. Qui con la sua famiglia è vissuta per 6 mesi, in attesa dei documenti per poter entrare negli Stati Uniti d’America. “Roma per me è una città particolarmente cara” confida emozionata. “Vorrei tornare a quei giorni del 1981 per sentire la gioia di stringere la mano della mia mamma mentre camminiamo insieme sui sampietrini”.

La Coppa degli Ultimi 2024 - realizzata dall'artista romana Barbara Salvucci – ha richiami alla storia e alla memoria, esprime resilienza e speranza con la capacità di rinascere e ripartire sempre. In una forma che si ispira al Barocco romano, l’ala che si lancia verso l'alto racconta libertà, capacità di superare limiti e difficoltà in un movimento di ascensione spirituale che fa vivere sogni, creatività, ispirazioni. L’ala simbolicamente supera ogni barriera, sorvola le distanze che sembrano insuperabili per raggiungere, nella vita e nell'esperienza sportiva che ne è metafora, i più inattesi traguardi. Proprio come è stato per Julia.


© RIPRODUZIONE RISERVATA