Berlusconi, Re Mida del calcio: tutti i suoi successi e la sua storia da presidente

Silvio è stato il più vincente presidente della storia rossonera: sotto di lui sono passati i più grandi campioni e i migliori tecnici del mondo. E insieme a loro sono arrivate vagonate di trofei
2007: si tratta dell'ultima Champions League vinta dal Milan nell'era Berlusconi© ANSA
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Ha salvato il Milan dal fallimento nel 1986 e in 31 anni lo ha trasformato in una perfetta macchina da successo. Una fabbrica di coppe che stagione dopo stagione ha trasformato il Diavolo nel club di maggior successo nella storia del calcio.

Silvio Berlusconi è stato il Re Mida del calcio, uno che ha internazionalizzato il concetto stesso di successo sportivo (“L'Italia all'estero era conosciuta per la pizza, la pasta, per Sofia Loren e il Papa. Ma ad un certo punto, il Milan era il primo di questa simpatica lista”, amava dire senza correre il rischio di smentita). Inarrivabile, inimitabile: Silvio ha alzato 29 coppe in tutto, così tante da trasformarlo nel presidente più vincente e il patron più longevo della storia rossonera. 

I Milan di Berlusconi sono stati quelli dei grandi campioni e dei migliori tecnici in circolazione, da Sacchi a Capello, da Ancelotti a Allegri. E poi i campioni che hanno vestito rossonero: tanti, tantissimi. Da Gullit a Van Basten, da Weah a Shevchenko e Kakà. Palloni d’oro a raffica in decenni irripetibili.

Ceduta la società nel 2017 ad una cordata guidata dall'imprenditore cinese Yonghong Li, nel 2018 Berlusconi torna nel calcio acquistando il Monza, che riporta in Serie B dopo 20 anni di assenza e poi per la prima volta in Serie A. La stoffa non si perde con l’età.

Gli esordi da presidente del Milan

Silvio Berlusconi nasce a Milano il 29 settembre 1936. Si fa subito strada nella città meneghina e non solo nell’ambito televisivo e immobiliare. Il 24 marzo 1986 diventa ufficialmente il 21° presidente della storia del Milan salvando il club dal fallimento sotto la gestione Farina. Si apre una nuova era piena di successi. La prima mossa è nominare Adriano Galliani come Amministratore delegato e di Ariedo Braida come Direttore generale. La linea dettata da Silvio è chiara: "Il Milan dovrà scendere in campo sempre seguendo una missione: essere padroni del campo e comandare il giuoco".

Gli arrivi di Gullit e Van Basten

Accadrà proprio questo grazie agli acquisti che negli anni rendono il Milan una squadra a tratti aliena contro la quale è praticamente impossibile giocare. Il primo acquisto di Berlusconi è Roberto Donadoni, poi Daniele Massaro. Ma è solo l’antipasto perché poi scatta l’era degli olandesi volanti: prima Ruud Gullit, poi Marco Van Basten dall'Ajax. In panchina intanto arriva Arrigo Sacchi, giovane tecnico del Parma, che aveva battuto due volte il Milan in Coppa Italia. E’ lui il prescelto per guidare la rivoluzione di Silvio. Sotto di lui arrivano Carlo Ancelotti e Angelo Colombo e il Diavolo dopo un entusiasmante testa a testa con il Napoli di Maradona il 15 maggio 1988 vince il suo 11° Scudetto, il primo titolo degno di nota della gestione Berlusconi.

Nella stagione 1988/89, primo anno in cui si possono schierare tre stranieri in campo, arriva il terzo olandese Frank Rijkaard. Il 24 maggio 1989 grazie ad un perentorio 4-0 al Camp Nou contro la Steaua Bucarest, il Milan vince la Coppa dei Campioni, la terza della sua storia, quasi 20 anni dopo l'ultima, con due doppiette di Gullit e Van Basten. A fine anno arriva anche la Supercoppa italiana con un 3-1 in finale alla Sampdoria.

Nella stagione 1989/90 i rossoneri si confermano in Coppa dei Campioni con un successo per 1-0 in finale sul Benfica targato Rijkaard, e prima si aggiudicano la Supercoppa Europea superando il Barcellona e la Coppa Intercontinentale ai supplementari.

E’ il periodo del Milan degli Immortali, in grado di bissare i successi nella Supercoppa Europea (contro la Sampdoria) e nella Coppa Intercontinentale (contro l'Olimpia Asunción) anche nel 1990/91.

L’era degli Invincibili di Capello

Con Fabio Capello in panchina, nel 1991/92 il Milan domina il campionato grazie ad una stagione memorabile senza sconfitte e con 74 gol segnati. È 'il Milan degli Invincibili', che nella stagione successiva vedrà gli arrivi di Lentini, Jean-Pierre Papin, Dejan Savicevic, Zvonimir Boban e Stefano Eranio. La squadra vola e si conferma campione d'Italia per il secondo anno di fila (13° titolo). In Champions League la squadra arriva fino in finale, battuta dal Marsiglia con un gol di Boli.

Nel 1993/94 il Milan fa contento il suo presidente centrando il 3° titolo italiano di fila e la Supercoppa italiana. Non solo, arriverà anche la Champions League ad Atene grazie al mitico 4-0 contro il Barcellona di Cruijff.

L’anno 1994/95 non è dei migliori per il Diavolo. Il campionato lo vince la Juve di Lippi e, nonostante la Supercoppa Italiana e la Supercoppa europea rispettivamente vinte contro Sampdoria e Arsenal, arriva la brutta sconfitta in Coppa Intercontinentale contro il Velez  e la successiva in finale di Champions League contro l'Ajax.

L'anno seguente, però, arriva il fenomeno George Weah che porta al Milan il quindicesimo Scudetto. 

Dagli anni bui al Milan di Zaccheroni

Il biennio 1996-1998 si rivela amaro per il Milan. Tabarez prima e i ritorni di Sacchi e Capello dopo, non riescono a rilanciare le ambizioni della squadra. Dicono addio anche le due bandiere Franco Baresi e Mauro Tassotti. La fascia da capitano passa sul braccio di Paolo Maldini che diventa il leader assoluto.

Il riscatto avviene nel 1998/99 grazie alla gestione Alberto Zaccheroni che - nonostante gli attriti con Berlusconi - riporta il Tricolore a Milanello, compiendo un'esaltante rimonta sulla Lazio. Nel 1999 sbarcano in rossonero Andriy Shevchenko e Serginho. Nel 2000 è la volta di Gennaro Gattuso, nel 2001 di Andrea Pirlo, Manuel Rui Costa e Pippo Inzaghi.

Da Shevchenko a Kakà: il grande Milan di Ancelotti

La nuova risurrezione vincente per il Milan arriva nel 2001, quando in panchina approda Carlo Ancelotti al posto dell'esonerato Terim

Il calciomercato porta in rosa Alessandro Nesta, Clarence Seedorf e Rivaldo. Al termine della stagione 2002/03 il Milan vince la settima Champions League della sua storia (la 4ª dell'era Berlusconi) battendo ai rigori nella finale di Old Trafford la Juventus di Lippi. A fine stagione arriva anche la Coppa Italia grazie alla vittoria in finale contro la Roma. L'anno successivo arrivano Cafu e Kakà e con loro anche la Supercoppa Europea contro il Porto. In Champions League si vive la beffa contro il Deportivo La Corona ai quarti di finale. A dare un parziale consolazione arriva la vittoria dello Scudetto (il 7° per Silvio Berlusconi). Nel 2004/05 sbarca la punta Hernan Crespo. Il Milan arriva in finale di Champions League a Istanbul contro il Liverpool in una partita che entrerà nella storia con la rimonta dei Reds da 0-3 a 3-3 e la capitolazione rossonera ai rigori.

Nel 2005/06 arriva il riscatto in Champions ad Atene dove contro il Liverpool arriva la 7ª Champions League, la 5ª dell'era Berlusconi). 

Negli anni seguenti arriveranno altri grandi campioni come Ronaldo e Ronaldinho. Paolo Maldini si ritira, Ancelotti lascia la panchina nel 2009 con la squadra in Champions League. Leonardo guida la squadra al 3° posto nel 2009/10. Nel 2010 l'arrivo in panchina di Massimiliano Allegri coincide con l'ultimo Scudetto di Berlusconi grazie alle magie di Ibrahimovic. Nel 2016 i rossoneri, con Montella in panchina, battono 4-3 ai rigori la Juventus di Allegri e tornano a conquistare un trofeo, la Supercoppa italiana, che sarà l'ultima dell'era del Cavaliere.

Trent'anni di grandi successi, quelli di Berlusconi in cui il Milan è stato un esempio e un modello per molti club e che hanno visto vincere Berlusconi come nessuno è mai riuscito : il suo ricco palmarés da proprietario del Milan vede 8 scudetti, una Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, un Mondiale per club FIFA e 5 Supercoppe Europee.


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