Sassari, il trionfo dei sette mori

Dai tre MVP Dyson, Logan e Sanders all'uomo mercato Lawal, dal quasi italiano Brooks al sangue caliente di Sosa, fino all'arrivo provvidenziale di Kadji
Sassari, il trionfo dei sette mori
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SASSARI – Dai quattro mori, simbolo della Sardegna, ai sette mori della Dinamo campione d'Italia: croce e delizia, genio e sregolatezza, le difficoltà nella gestione hanno avuto una ricompensa come il Triplete.

TRIPLO MVP – Tre trofei e tre MVP differenti, perché Jerome Dyson era stato il mattatore della Supercoppa vinta in casa, la prima vittoria su Milano nella stagione (e di sempre in casa, al PalaSerradimigni). Dyson ha aperto e chiuso, visto che l'ex brindisino ha segnato gli ultimi 8 punti di gara7 per il Banco Sardegna. A 28 anni, carattere non facile da gestire, avrebbe l'hardware di un grande play di riserva NBA. David Logan è il veterano, e ha firmato la finale di Coppa Italia da MVP: ha giocato per Panathinaikos, Vitoria, Maccabi, è tornato in Italia dove dieci anni aveva cominciato, nella Pavia di Danilo Gallinari. La sua mentalità vincente è esplosa con gli 11 punti nel quarto periodo di gara7. Il terzo MVP è Rakim Sanders, spesso difficile da interpretare nelle sue pause, unite ad un potenziale enorme, con una forza fisica impressionante. Riemerso nel quarto contro Sassari (dove Sacchetti lo aveva retrocesso in panchina) ha firmato il canestro del supplementare di gara7 a Milano, poi in finale è stato il più costante, e in gara7 a Reggio ha lanciato la scialuppa di salvataggio.

DIREZIONE BARCELLONA – Di Shane Lawal si sa tutto, passato, presente e futuro al Barcellona. Cinque doppie doppie in finale, per due volte nei playoff ha catturato più di 20 rimbalzi. Due anni fa a Verona non sembrava un ciclone del genere, ma nella sua storia da autentico nomade – dalla Nigeria agli States, poi la fuga dal Medio Oriente in tempo di guerra – non avevamo ancora visto nulla. Non a caso Sacchetti ha citato il suo centro a fine gara7.

SANGUE CALIENTE – Quattro anni fa Edgar Sosa sembrava perso per il basket: dopo l'annata a Biella, il dominicano del Bronx rimediò un gravissimo infortunio alla gamba con la sua nazionale, che fece cancellare il contratto con Montegranaro. Sosa è tornato, ha vissuto serate come quella da 10 triple a Varese, e pure il battibecco con Meo Sacchetti contro Trento, con conseguente sospensione e rischio taglio. Sosa è tornato, è stato decisivo nel quarto di finale contro Trento, poi i bassi contro Milano e in finale, fino all'incredibile battibecco con un tifoso, quando il sangue caliente del caraibico è riemerso.

FATTORI CHIAVE – Jeff Brooks è al quarto anno in Italia, ormai è il più italiano degli americani, forse Sassari si attendeva qualcosa in più, ma il suo atletismo e i suoi mezzi fisici sono stati preziosi in tanti momenti. Alternati a Kenny Kadji, il camerunese figlio del primo allenatore di Samuel Eto'o: arrivato dalla Grecia, dove per andare a completare le pratiche viaggiò sotto la neve di notte per oltre 500 km, i suoi playoff sono stati condizionati dalla scomparsa della madre, a cui ha dedicato il successo di ieri sera. Nel momento più toccante vissuto sul parquet di Reggio Emilia.


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