Tacopina: Basta violenza

"Il Bologna è deciso e compatto: vigileremo"
4 min
di Furio Zara
INVIATO A CASTELROTTO
Scosso, dispiaciuto, sconfortato. Così Joe Tacopina, il presidente del Bfc
1909 al momento a New York, appena ha appreso degli scontri tra ultrà che
si sono verificati ieri prima dell'amichevole tra Bologna e Spezia a
Castelrotto; ha diramato un comunicato ufficiale esprimendo tutta la
propia amarezza. «Amiche e amici di Bologna, appassionate e appassionati
di calcio, siamo rimasti colpiti da quello che è accaduto prima della
partita fra Bologna e Spezia. In questi mesi abbiamo lavorato senza
risparmio su un’idea: il calcio può dar vita a una bella idea di comunità.
Attraverso il calcio possiamo rendere più piacevole la nostra vita e
possiamo tentare di alleviare i problemi che la quotidianità ci riserva.
Il calcio forse non ci renderà più felici, ma può renderci più consapevoli
che l’essenza della vita è stare insieme. Creare comunità significa
infatti che i nostri problemi, se condivisi, saranno più lievi e le nostre
gioie, se vissute l’uno accanto all’altro, ancora più intense. A
Castelrotto abbiamo visto bambini e famiglie fuggire mentre ci si
picchiava con bastoni e coltelli. Abbiamo visto un luogo di divertimento
come il Bologna Fan Village trasformato in un’arena per difendersi o
attaccare. Non crediamo a una comunità di moralisti, dove qualcuno
prescriva dall’alto come comportarsi. Ma crediamo profondamente nel
rispetto che genera condivisione delle emozioni e dei sentimenti. E che
cosa c’è da condividere nell’atteggiamento di gruppi che si riconoscono e
si sfidano a colpi di coltello e di bastone? Non si prova tristezza nel
vedere quei bambini scappare e il campo di calcio vuoto? Abbiamo vissuto
mesi importanti e ci siamo abbracciati, piangendo, per la felicità di una
promozione che ci proiettava nel mondo dei sogni. Ora il nostro impegno
deve essere quello di rispettare i sogni che abbiamo fatto sbocciare.
Ciascuno di noi porti serenità e parli a chi mostra ostilità o
indifferenza. Tutti devono avere la possibilità di vivere il calcio come
una festa. Le istituzioni ci daranno una mano, perché sanno quanto può
perdere Bologna da fatti del genere. Bologna è e sia sempre luogo di gusto
e di bellezza, ovunque nel mondo porti i suoi colori e i suoi simboli. Ma
se uomini, donne e ragazzi sono costretti a scappare allora non c’è
bellezza e non c’è futuro. Il nostro club, perciò, vigilerà compatto e
deciso. Nessuno dovrà più provare paura, nessuno rovini il nostro modo di
stare insieme, figlio della cultura della nostra città».



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