Il piano Italia: misure sì, senza logiche del terrore

Ieri controllatissima l’area della Basilica di San Pietro. Stadi: attenzione alta, soprattutto sui grandi eventi
Fabio Massimo Splendore
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ROMA - [...] I fatti di Parigi ci hanno svelato come nell’intenzione dei terroristi c’era il piano di entrare allo Stade de France e compiere al suo interno una delle stragi dimostrative, alla presenza del presidente della Repubblica francese François Hollande. Non ci sono riusciti, si sono fatti esplodere comunque poco fuori l’impianto. La prima riflessione, a caldo, è quella di dover inserire anche gli stadi tra gli obiettivi sensibili. L’altra, immediatamente successiva, porta a considerare che nello Stade de France, però, quei terroristi non siano riusciti ad entrare. Con questa logica stanno ragionando anche i tecnici del Viminale assieme all’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive presieduto da Alberto Intini. I grandi eventi, le gare internazionali verranno “coperte” da un livello di allerta elevato.

Come è chiaro che lo stadio offra visibilità ad un attentato e nella simbologia scelta dall’Isis per inchiodare l’Europa al meccanismo del terrore, un impianto sportivo pieno di gente può avere identico se non più alto impatto di una piazza, un teatro, un centro commerciale, simboli della quotidianità. Le misure di sicurezza negli stadi esistono: e un’emergenza specifica non c’è. Si ragionerà sul da farsi, cercando di capire se qualche direttiva non arrivi dall’Unione Europa. Ma l’obiettivo resta quello di vivere l’emergenza alzando l’asticella dei controlli, senza però scegliere di far vivere la gente nel terrore. Che significherebbe cedere alla logica terroristica. «Risponderemo con intransigenza - così il premier Renzi al G20 di Antalya - Servono buon senso ed equilibrio, non isteria».

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