Ecco il Brasile migliore di tutti i tempi. Siete d'accordo con noi?

Seguite il nostro viaggio nel tempo: abbiamo scelto la migliore formazione degli otto Paesi campioni del mondo dal 1950 ad oggi, a partire dalla Seleçao
Ecco il Brasile migliore di tutti i tempi. Siete d'accordo con noi?
A.Polverosi - A.Ramazzotti
5 min

ROMA - C’è un solo ruolo su cui abbiamo avuto pochi dubbi, quello del portiere. Gilmar dos Santos Neves, titolare della Seleçao nel ‘58 e nel ‘62, è l’unico portiere ad aver vinto due Mondiali. Per questo è preferito a Taffarel. Ma per il resto, perfino per la difesa, certe esclusioni sono dolorose. Quella di Carlos Alberto, per esempio, il terzino campione del mondo del ‘70. Fino all’ultimo istante lo abbiamo tenuto in corsa con Roberto Carlos. Per i lettori di 50 anni e oltre non sarà facile accettare la nostra decisione.

Ma il problema vero arriva quando si passa al centrocampo e all’attacco. La lista degli esclusi diventa pesante. Se il Brasile è, da sempre, il Paese calcisticamente più forte, la sua “seconda” Nazionale potrebbe competere benissimo con quella dei titolari. Restano fuori Gerson, Tostao, Dunga e poi Socrates, Rivelino, Amarildo, Romario, Ronaldinho, Kakà (che, non dimentichiamolo, è stato Pallone d’Oro all’epoca del Milan) fino ad arrivare a Neymar. Mettete insieme questi giocatori e pensateli, come formazione, nel prossimo Mondiale. Sarebbero candidati alla vittoria. Se per ogni Nazionale è prevalsa la linea di una squadra superoffensiva per alzare più possibile il livello della qualità, per il Brasile quest’esercizio è diventato inevitabile. E’ la squadra di Pelé, il più forte giocatore al mondo insieme a Maradona. E’ la squadra che tutto il mondo ama.

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Il meglio del meglio di tutti i tempi. Più che un servizio, un’inchiesta, una selezione, è stata un’impresa. Mettere insieme, in una stessa Nazionale, i migliori giocatori degli otto Paesi campioni del mondo dal 1950 a oggi equivale a prendersi critiche più o meno pesanti dai sostenitori di chi è stato escluso. E sono tantissimi. È stato però un viaggio entusiasmante nel tempo, fra ricordi e letture di oltre mezzo secolo di calcio. I criteri che abbiamo usato per comporre le "Nazionali di sempre" di Uruguay (campione del mondo nel ‘50), Germania (‘54, ‘74, ‘90 e 2014), Brasile (‘58, ‘62, ‘70, ‘94 e 2002), Inghilterra (‘66), Argentina (‘78 e ‘86), Italia (‘82 e 2006), Francia (‘98) e Spagna (2010) sono semplici e li possiamo riassumere così.

1) I giocatori hanno partecipato almeno ad una partita di fase eliminatoria di un Mondiale del dopoguerra, motivo per cui non abbiamo inserito Omar Sivori nell’Argentina.

2) Il modulo è scelto in base alla qualità dei giocatori più che alle loro caratteristiche. Questo comporta alcune "forzature". Esempio: nel Brasile abbiamo scelto i tre difensori più forti, anziché quattro, per poter dare un po’ di equilibrio al centrocampo con Falcao. Altro esempio: visto il livello degli attaccanti dell’Argentina, abbiamo cercato di schierarne il numero più alto, a scapito di un equilibrio più concreto.

3) Per gli oriundi che hanno vestito la maglia di almeno due Nazionali (Di Stefano e Ghiggia oltre al su citato Sivori) abbiamo scelto di “assegnarli” alle squadre dove hanno il maggior numero di presenze.

4) In definitiva abbiamo cercato di premiare la qualità più alta e non la logica più stretta, sapendo che ogni scelta darà vita a discussioni.

I lettori possono seguire il nostro viaggio nel tempo anche attraverso il sito www.corrieredellosport.it per indicare le loro preferenze attraverso i commenti qui sotto, esprimendo un parere che, siamo certi, in molti casi sarà diverso dal nostro. Il dibattito è aperto. 

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