Il Cagliari inizia il cammino verso una nuova era

Scatta il campionato del ritorno in serie A e insieme il percorso verso il taglio del nastro del nuovo impianto, una sorta di secondo "scudetto" per il club
Il Cagliari inizia il cammino verso una nuova era© LaPresse
Vincenzo Sardu
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CAGLIARI - Brucia l'aria, in questa domenica di agosto. Per fortuna, nelle ultime ore è entrato un po' di maestrale che di norma proprio tanto comodo non fa ma che di questi tempi è comunque preferibile allo scirocco. Sonnecchia, la capitale della Sardegna, ma pur di non restare rintanati a casa e per mostrare qualche meritevole angolo a una cara persona arrivata dall'altro capo del mondo, ci si può anche avventurare in una passeggiata fra auto e pedibus.

Obiettivo iniziale, la porta della città, ovvero la prima che i forestieri in arrivo dal mare conoscono: la "via" Roma. E' domenica, siamo in agosto, si trova parcheggio persino a ridosso del palazzo della municipalità. Vedi, racconto alla mia ospite, abbiamo una città incantevole ma la cultura del commercio fatica a farsi largo, se tutti i negozi sono chiusi. Lassù, in cima al viale, c'è anche quello creato dal Cagliari, sai la squadra di calcio amata in tutta la Sardegna, quella nella quale tanti ottimi calciatori del tuo paese, l'Uruguay, sono venuti a giocare. Ma sarà chiuso anche quello store...

Invece no. E' aperto. Scatta l'inevitabile molla, addolcita con la poco probabile giustificazoine che "tanto tutti gli altri negozi sono chiusi". Non affollatissimo, ma di gente ce n'è. Chi sottoscrive l'abbonamento ("da qualche parte ho letto che siamo oltre le seimila tessere", spiega un signore in fila), chi compra il biglietto per assistere alla partita contro la Roma, in programma fra una settimana. Chi sembra invece come un bambino al luna park, e compra oggetti, maglie, teli da mare, cappellini.

Dalla vetrina per una volta si guarda verso l'esterno e lì il ricordo ancora fresco della festa dei tifosi per la serie A ritrovata conquista ed emoziona. Ci si accorge pure di più, al di qua del vetro, quanto sia inappropriata la collocazione della statua che dà il nome anche al viale. Noi sardi siamo strani, capaci pure di onorare con una scultura bronzea un feroce re sabaudo - il famigerato Carlo Felice - che da regnante sottopose i sardi a vessazioni economiche e non solo, da record.

C'è gente, il Cagliari attira anche in pieno agosto. E' vero che oggi comincia il campionato. "Oi spereusu de di donai uno disprasgeri a cuddusu" che per i non del posto significa "oggi speriamo di dare una delusione a quelli, intesi come genoani. Logica la conseguenza di riportare i piedi per terra e ragionarci sopra: quanto è pronto il Cagliari? La campagna acquisti è stata importante, non sono arrivati giovani di bella speranza che in assoluto non sono la cosa peggiore che possa capitare ma che di sicuro non possono fornire alla Sardegna calcistica l'elemento esperienza che si è sempre saputo e detto che fosse necessario.

Il campionato inizia, siamo in serie A, bisogna stabilizzare questa presenza in maniera da renderla recepita e replicata quando si taglierà il nastro del nuovo stadio, nel giugno del 2019. Il mercato è stato interessante. Tutti gli addetti ai lavori hanno elogiato le mosse del presidente Tommaso Giulini e del ds Stefano Capozzucca. Poi si sa che nel calcio non basta aver lavorato con scrupolo. Serve anche un pizzico di fortuna a una matricola, che ha come obiettivo il 2019. Mentre altrove si continua a litigare sull'argomento stadio, a Cagliari dopo sedici anni si va verso l'abbattimento del vecchio Sant'Elia. La campagna abbonamenti tuttora in corso è stata accompagnata fra l'altro anche dallo slogan "l'ultima stagione al Sant'Elia. La Juventus, prima in ordine di tempo, il suo impianto lo ha inaugurato nel settembre del 2011. Da allora, il club bianconero ha vinto sempre tutto. Una connessione ci sarà o no?

Da un lato può essere un aggravio di fatica, avere come obiettivo anche il 2019. Ma se si ritiene probabile un rapporto di causa e di effetto in bianconero scaturito dal nuovo impianto, ecco svelata la ragione per cui vincere o meglio restare in categoria diventa fondamentale. Un buon inizio può dare morale, slancio, fiducia. A una buona squadra, integrata da gente di qualità, serve soltanto un pizzico di fortuna. Ci siamo, si gioca.


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