Due regine di classe. Peseranno i dettagli

Chissà se dovremo aspettare lo scontro diretto (Napoli-Juve del primo dicembre) per sapere se su questo campionato c’è il marchio di Sarri o di Allegri
Due regine di classe. Peseranno i dettagli
Stefano Barigelli
3 min

ROMA - Chissà se dovremo aspettare lo scontro diretto (Napoli-Juve del primo dicembre) per sapere se su questo campionato c’è il marchio di Sarri o di Allegri. Di sicuro stiamo assistendo a un duello bellissimo. Anzi, di più. Un duello unico. Mai, infatti, era successo che due squadre fossero appaiate a punteggio pieno dopo sei giornate. Tanto per sottolineare l’eccezionalità di questo braccio di ferro. Ieri avrebbe dovuto faticare di più la Juve. Invece è stato il Napoli a dover squadernare tutta la qualità e la determinazione di cui dispone per battere la Spal, finora di gran lunga la migliore tra le neopromosse. Sarri è uscito da Ferrara con tre punti.

Un anno fa avrebbe strappato solo un punto. Ma il Napoli oggi è un altro. Sarri è allenatore straordinario, oltre che per le tante qualità tecniche, messe in risalto da Alessandro Vocalelli su questo giornale, anche perché sa trasformare la squadra nel tentativo, riuscito, di renderla il meno prevedibile possibile. Il tecnico ha puntato sul campionato, più che sulla Champions. Scelta condivisibile perché il Napoli ha solidità, qualità, continuità. quanto serve per vincere uno scudetto. Ma c’è di mezzo la Juve dei record, perciò quanto serve non vuol dire che basti. Allegri sta mettendo insieme i pezzi nuovi nuovi con quelli collaudati e sta uscendo di nuovo una Juve fortissima. Ha liquidato il Toro in mezzora con in panchina Higuain, Barzagli, Bernardeschi, Rugani e Bentancur. Il Napoli aspetta con ansia l’esito degli esami di Milik. Ecco, la differenza la potrebbe fare questa sterminata varietà di combinazioni a disposizione di Allegri. A Roma dove fanno difetto le mezze misure già s’è alzato il vento dell’euforia. Pericoloso quasi quanto l’impazienza. Di Francesco ha sfruttato al meglio il calendario: 10 gol e 9 punti nelle ultime tre partite. Alla Roma ancora mancano Schick e Karsdorp, due pezzi importanti della campagna acquisti. Il tempo lavora a favore di Di Francesco. Già così la Roma sta dimostrando di essere la migliore delle terze. Se può ambire a qualscos’altro lo spiegherà meglio la sfida con il Milan a San Siro tra una settimana. Tra le prime della scorsa stagione la Roma è stata l’unica a dover fare un mercato tenendo conto di precise esigenze di bilancio. Ha cambiato molto, cominciando appunto dal tecnico. Quando si fanno queste operazioni strategiche l’orizzonte non è il breve periodo. Certo la Roma viene da un secondo posto e qualsiasi tifoso spera di vedere la propria squadra crescere. Ma in questo nostro tempo tumultuoso oltre alla cescita bisogna considerare un altro valore: la durata. La Roma ha ringiovanito la rosa, ha tre romani di cui due giovanissimi e un centravanti formidabile. A propostito di Dzeko: e se la società avesse dato retta ai molti che dopo una stagione ne chiedevano la cessione? Naturalmente oggi tra la Roma giallorossa sono tutti bosniaci.

© RIPRODUZIONE RISERVATA