Spalletti: «Occhio al Torino, è forte»

Il tecnico nerazzurro ha parlato alla vigilia della gara contro il Torino. "Un obiettivo più ambizioso rispetto alla Champions? E' presto per parlarne. Prima guadagnamoci uno dei primi 4 posti".
Spalletti: «Occhio al Torino, è forte»© ANSA
Andrea Ramazzotti
9 min

INVIATO AD APPIANO - Lunga conferenza stampa di Luciano Spalletti in vista della gara di domani (ore 12,30) contro il Torino. Il tecnico nerazzurro ha toccato tanti argomenti e ha fatto i complimenti alla formazione di Mihajlovic.

Spalletti, sarà un problema giocare alle 12,30?
Dobbiamo essere pronti a giocare a tutti gli orari, adattarci a qualsiasi situazione. Il fatto di giocare prima può essere un’insidia per le dirette concorrenti perché scenderanno in campo sapendo il nostro risultato.

Cosa pensa dell’Inter da tifoso?
Non la conosco ancora tutta perché ci sto lavorando da poco e tutte le volte che posso dare una definizione, noto che si può andare anche oltre. Dal punto di vista professionale è un bello stare perché ci sono tanti sportivi che ci stanno vicini e danno forza alla nostra squadra.

L’atmosfera di San Siro com’è?
Domani si potrebbe definire gli anelli di San Siro come fedi per definire un patto d’amore tra i tifosi e la squadra.

Può esserci spazio per qualche Primavera in prima squadra?
Noi non poniamo limiti alla qualità della nostra squadra e se qualcuno può alzare il nostro livello è ben accetto.

Come si affronta il Torino?
E’ una squadra forte e costruita bene. Ha un allenatore che trasferisce ai suoi giocatori la personalità e la voglia di battersi. Ci sarà da essere bravi, da essere blocco squadra, capaci ad anticipare le situazioni e non farcele piovere addosso, abili a compattarci sotto la palla. Dovremo essere squadra.

Chi è rimasto, Nagatomo e D’Ambrosio in particolare, è cresciuto molto rispetto allo scorso anno. Come ha fatto?
I calciatori sono cresciuti da soli, ma anche insieme alla squadra. Per fare i risultati bisogna avere una squadra forte, si lavora sul gruppo e i giocatori si autoalimentano con i risultati.

Stamani ha fatto un post su Instagram su Anna Frank. Perché?
La volontà era quella di non far succedere come sempre ovvero di far parlare di una cosa quando accade e poi dopo una settimana non ci si ricorda più. Per una cosa così importante, della quale si è parlato anche se poi c’è stato il risultato della gara che l’ha fatta passare in secondo piano, è bene creare uno spazio importante. Una società che sceglie di comunicare attraverso l’odio non può sopravvivere. Dopo quello che è accaduto la reazione c’è stata da parte di tutti ed è giusto continuare a parlare di questo argomento.

San Siro esaurito sarà un fattore in più?
A noi fa piacere sentire i nostri tifosi vicini. Ci fa enorme comodo averli che spingono dalla stessa parte dove spinge la squadra e di conseguenza è una dimostrazione di fiducia che la nostra gente ci dà. Dobbiamo trarre da queste dimostrazioni ulteriori vantaggi.

Facendo così bene le aspettative da parte dei tifosi crescono di giornata in giornata. Questa squadra ha le spalle larghe per sopportare la pressione di un obiettivo più grande?
E’ meglio andarci cauti, ma abbiamo già visto che questa squadra ha dimostrato di avere personalità. Abbiamo sempre ragionato da blocco di squadra, delle reazioni giuste e queste sono cose importanti perché il Torino di Sinisa è una squadra importante, che ha carattere. Contro questa squadra si gioca anche contro i muscoli della storia e se non ci sono le giuste distanze tra i reparti, le reazioni giuste, puoi andare in seria difficoltà. Avere accanto i nostri tifosi è importante.

Ci saranno anche “Le Galline del Cioni”, i suoi amici toscani. Le fa piacere?
Come tutti si hanno degli amici, un territorio al quale si è affezionati e delle persone alle quali si è affezionati. Io non faccio eccezione.

Tanti anni fa dopo una stagione difficile l’Inter di Trapattoni iniziò in sordina e vinse lo scudetto dei record con Trapattoni in panchina. Si sta avvicinando il momento in cui questa Inter può credere a qualcosa di diverso?
Non siamo ancora arrivati dove vogliamo. Prima dobbiamo puntare ad essere stabilmente tra le prime quattro: ci siamo adesso, ma le insidie non mancano perché le posizioni sono 4, poche per la qualità delle squadre che compongono il nostro campionato. Quando saremo certi di uno dei primi 4 posti, penseremo ad altro.

E’ troppo presto per l’Inter aumentare il peso offensivo con Eder accanto a Icardi?
E’ tutto possibile, ma ci sono dei tempi di maturazione di una squadra. Le analisi si fanno di volta in volta: a volte possono essere da tirare il cappello per aria e a volte no. Per ora il cammino è andato bene e la squadra è quella giusta. Per questo dico “Perché stravolgere?”. Mi fa piacere che Eder abbia prolungato il contratto: è come un prolungamento per 3 calciatori perché fa 3 ruoli in maniera perfetti. E magari si può adattare anche a una quarta posizione perché sa fare tutto in maniera perfetta. Lui è interista dentro.

C’è qualcosa che la accomuna con Mihajlovic come allenatore?
Lui come allenatore è come quando giocava: tosto, determinato e deciso. Lui la faccia tosta che tiriamo fuori noi tecnici in conferenza per far dare ai nostri qualcosa in più, ce l’ha. Ha fatto il calciatore qui e lo conoscete bene. Il carattere è una cosa che ci accomuna: lui sta facendo un lavoro importante e nessuno gli ha regalato niente.

Il Torino ha grande qualità dalla cintola in su. Cosa devono fare i suoi per evitare trappole?
Le distanze di squadra aiutano e le posizioni giuste anche in funzione dei movimenti di Belotti e degli altri aiutano. Con la difesa bisogna stare addosso al blocco squadra anche se c’è il rischio che poi ti attacchino alle spalle. Belotti è maestro in questo. Dobbiamo essere bravi a leggere bene le situazioni: avremo di fronte una squadra fisica e tosta, che dopo la vittoria di domenica scorsa ha ritrovato entusiasmo e ha tutta la rosa a disposizione. Noi però dobbiamo vincere come sempre: è una posizione scomoda quella di vestire questi colori perché quando sei all’Inter devi provare a vincere sempre.

Ausilio ha parlato di possibile rinnovo per lei. Le fa piacere aver conquistato tutti così in fretta?
Sento l’affetto dei miei dirigenti, li sento vicini anche perché non vogliono che risucceda quello che è successo in passato. Ausilio è il primo con cui ho parlato ed è sempre stato lo stesso fin dall’inizio. Abbiamo un contatto diretto quasi quotidiano e ora siamo anche in confidenza. Io sono appostissimo con il contratto e non bisogna fare nessun discorso che non porterebbe vantaggi nell’immediato. Non dobbiamo perdere di vista il nostro obiettivo: dobbiamo cercare di raggiungere quello e niente di più. C’è tutto quello che ci occorre.

Come sta la squadra? Si va verso la stessa formazione?
Attualmente tutti hanno fatto bene gli allenamenti in settimana e ho l’imbarazzo della scelta. Brozo, Joao Mario, Eder, Cancelo, Dalbert stanno tutti bene.

Il fatto che non ci sarà mercato a gennaio se non ci saranno uscite, può essere un problema per l’Inter? Può bastare  fino alla fine il grande lavoro che ha fatto finora?
Vi ringrazio per i complimenti che fate a me, ma il merito è di tutti quelli che lavorano qui. Gli accostamenti con Mourinho non stanno in cielo e né in terra: io non sono di quel livello lì, non ho vinto come lui. Lui e Moratti hanno fatto dell’Inter una bellissima scultura, noi invece si è comprato solo il martellino e lo scalpellino. L’unica cosa che si può paragonare con quell’Inter del triplette sono i nostri tifosi: i nostri “special” 73.000. Ho trovato una società perfetta, come quella che volevo trovare quando sono venuto a lavorare qui. Io nella mia carriera sono fortunatissimo. E poi i giocatori lavorano benissimo: Vicino, D’Ambrosio, Borja Valero, Miranda, un grande professionista. Il mercato deve essere corretto e oculato: noi non vogliamo cambiare niente in questa squadra. Se oggi mi dicessero “E’ un problema se non ci fosse il mercato?”, risponderei di no e brinderei. Poi ci può stare che capiti l’occasione di portare dentro un giocatore perché abbiamo dirigenti che capiscono che siamo in pochi. Non possiamo fare un mercato da follie: qualcosa è cambiato, ma non si può buttare il cappello in area per la felicità.

Nelle prime 7 gare l’Inter ha subito 3 reti, nelle ultime 4 ne avete incassate 5. Perché?
Stiamo migliorando come compattezza del reparto, nei movimenti da fare. Però ci sono anche gli avversari e se fanno grandi giocate, c’è poco da fare. Ogni squadra ormai fa 3-4 giocate importanti che vanno assorbite e poi dobbiamo essere bravi a far bene in avanti.


© RIPRODUZIONE RISERVATA