Veltroni intervista Chiesa: «Italia, i giovani adesso ci sono»

L’attaccante della Fiorentina inseguito da Napoli, Juve, Roma e Inter si racconta. Tra passato, presente e futuro
Veltroni intervista Chiesa: «Italia, i giovani adesso ci sono»© LaPresse
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ROMA Lei, Federico Chiesa, è figlio d’arte. Come comincia un bambino figlio di un campione di calcio ad amare il calcio?

«Io ho iniziato immediatamente. Appena mio padre mi ha dato un pallone in mano ho subito giocato con i piedi, questione di Dna. Papà mi ha passato la passione nel sangue, evidentemente. A casa mia si respirava calcio. A cinque anni ero già iscritto alla Settignanese e da lì è iniziata la mia cavalcata, fino ad arrivare in serie A. Ma, devo essere sincero, il fatto di essere figlio d’arte non mi ha mai veramente interessato. L’ho sempre vissuto bene, non l’ho sentito né come un privilegio particolare né come un peso. Al calcio non ti fanno giocare perché sei figlio d’arte, ti fanno giocare se sei forte. E’ uno dei luoghi della vita in cui non ci sono, non ci possono essere, raccomandazioni o titoli ereditari. Conta il merito, solo il merito».

Cosa c’era, di riferibile al calcio, nella sua stanza di bambino?

«Nella mia camera c’erano venti palloni e poi c’erano i videogiochi della Playstation dedicati al football come il Pro Evolution Soccer che ai tempi era il gioco che tutti avevano. Poi c’erano le magliette, tante magliette. Ricordo che da bambino facevo finta di essere uno dei tanti campioni del calcio indossando le loro magliette, quelle che mio padre aveva collezionato negli anni. Sa, gli scambi, di fine partita».

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Chi sono i giovani calciatori italiani che hanno maggiore prospettiva?

«Nell’Under 21 ho visto giocatori già pronti per ritagliarsi uno spazio importante nel futuro come Barella, Locatelli, Cutrone, lo stesso Romagna del Cagliari, sono giocatori pronti sia tecnicamente che fisicamente. Avranno un futuro veramente importante perché hanno tutte le potenzialità per diventare grandi campioni».

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Chi pensa che potrà vincere questo scudetto, il Napoli o la Juve?

«Faccio fatica a dirglielo perché quest’anno è veramente una battaglia. Sono due contendenti molto forti: il Napoli gioca un bel calcio, la Juve è già sei anni che vince. Sarà veramente difficile per il Napoli tenere questo passo ma diciamo che il Napoli per il gioco che esprime, per l’aggressività che mette in campo ha stupito tutti. Alla fine della stagione ci potremo divertire vedendo continuare questa sfida fino alle ultime giornate. Si vedrà solo nelle ultime partite chi potrà vincere. Oggi sembra uno scontro alla pari, in cui dunque conteranno tanti elementi: episodi, forma fisica, infortuni…».

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