Lo scempio giusto

Leggi l'opinione del Direttore del Corriere dello Sport-Stadio
Lo scempio giusto© Getty Images
Ivan Zazzaroni
3 min

ROMA - Oggi alle 14 e 30, mentre vi starete godendo le vacanze, si gioca in Malawi la sedicesima giornata di campionato: il calendario del torneo africano a 15 squadre è stato regolarmente diramato mesi fa. In Malawi sì e nel nostro calcio no, non è proprio possibile. A noi il lusso della regolarità, a cominciare dalla tempistica degli appuntamenti, non è più concesso perché, soprattutto ai piani bassi, non funziona un tubo, le grane si moltiplicano di stagione in stagione e di conseguenza ogni cosa risulta rinviabile e puntualmente rinviata: la B, la C, la soluzione dei tanti problemi - addirittura i processi sportivi subiscono ritardi imbarazzanti per favorire una società e fregarne altre (è la politica degli interessi di bottega, bellezza).

Il sistema delle serie inferiori non sta più in piedi da solo, i fallimenti sono all’ordine del giorno, i ripescaggi sono diventati una pratica abituale - e proprio per questo dannosa - e anche se mi spiace doverlo scrivere quando sono direttamente interessati piazze, tifosi e dirigenti che mi stanno a cuore, mi dichiaro tendenzialmente favorevole allo strappo. Non se ne può davvero più, pertanto ogni mezzo è lecito e deve essere ritenuto giusto pur di limitare la vergogna delle cancellazioni riducendo la presenza di società finanziariamente indecenti. In tutti questi anni la Federcalcio - e qui il commissario Fabbricini non c’entra - non è stata capace di controllare gli accessi alle proprietà, o non ha voluto farlo, consentendo così a spiantati, peracottari e morti di fama di governare i destini di società tra le più gloriose portandole in poco tempo alla prevedibilissima rovina.

La strategia adottata dalla Lega di B è evidentemente irregolare, una clamorosa forzatura (spetta infatti al consiglio federale la modifica dei format dei tornei) ma l’obiettivo è legittimo. Dal momento che la Figc non è materialmente in grado di formalizzare la riduzione del numero delle squadre da 22 a 20 (e da 20 a 18 in A) Balata, sostenuto da Lotito e Cellino, ha deciso di rompere: ieri con un comunicato ha annunciato che lunedì diramerà il calendario del campionato a 19 (uno scempio, sia chiaro) scatenando la reazione delle sei candidate al ripescaggio. Una delle quali, la più virtuosa e solida - mi permetto di suggerirlo - potrebbe occupare, appunto per meriti certificati, il ventesimo posto. Se questo è diventato l’unico modo per arrivare al redde rationem noi, pur turandoci il naso, lo sosteniamo apertamente e insieme a noi dovrebbero farlo i tifosi delle 154 società che negli ultimi sedici anni hanno conosciuto l’onta del fallimento.

Fallimento che non ha certamente toccato gli agenti di Luka Modric - e qui salgo di molti piani - i quali per settimane hanno ripetuto all’Inter che voleva cambiare aria trasferendosi a Milano. Luka non ha cambiato aria, ha però aggiunto altro ossigeno al conto corrente. Beh, almeno avremo finito di fare titoli in prima sul croato. Al quale abbiamo inviato l’iban.


© RIPRODUZIONE RISERVATA