Serie B come bagarre: è Frattini la chiave

L'avvio del torneo cadetto non placa le polemiche. Mentre è destinato a cadere nel vuoto l'appello di Malagò a riformare i format dei campionati riducendo inevitabilmente gli organici, quella che il capo del Coni definisce la «madre di tutte le battaglie». Ma sullo sfondo rimane intatta la questione delle questioni: la fine dell'esperienza commissariale della Federcalcio e l'elezione della nuova governace della Figc chiesta con insistenza dalle componenti ribelli (Lega Pro, Aic, Aia e LND). Intanto il Collegio di Garanzia del Coni si pronuncerà il prossimo 7 settembre a sezioni unite sui ricorsi pendenti scaturiti dal blocco dei ripescaggi in Serie B decretati dal presidente Balata e dalle società cadette dopo l'autorizzazione di Fabbricini.
Serie B come bagarre: è Frattini la chiave© Bartoletti
di Tullio Calzone
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L'APPELLO DI MALAGO' - Non cadrà certamente nel vuoto l’appello del presidente del Coni Giovanni Malagò a mettere mano alla riforma dei campionati, definita la “madre di tutte le battaglie”. Un tema su cui il capo dello sport italiano invita a fare una riflessione profonda e, soprattutto, non faziosa. Intanto, però, siamo già in piena bagarre e ci accingiamo a entrare nel vivo della vera contesa. L’occasione per resettare tutto, o almeno per una ragionevole tregua, potrebbe offrirla proprio il pronunciamento del Collegio di Garanzia dello Sport del Coni che venerdì 7 settembre si esprimerà a sezioni unite sul tentativo di autoriforma del campionato cadetto che ha finito per coinvolgere inevitabilmente Lega Pro e Serie D, entrambe costrette a posticipare l’avvio dei rispettivi tornei. Debitamente autorizzato dal Commissario straordinario della Figc Roberto Fabbricini, intanto, il provvedimento unilaterale di Balata ha cambiato in un colpo solo Serie B e Serie C. Il format del torneo cadetto, passato da 22 a 19 squadre, è diventato, così, immediatamente un modo per alimentare spaccature con le componenti ribelli, Lega Pro, Aic, Aia e LND, che non si sono lasciate sfuggire l’occasione per ribadire che gli assetti dei campionati si modificano con maggioranze qualificate e le riforme debbono essere condivise. E di qui s’è colta l’opportunità per rilanciare il tema della fine dell’esperienza commissariale in Federcalcio. E questo è diventato così il punto cruciale di tutte le questioni divisive attualmente sul tavolo. Sarebbe, dunque, un errore derubricarle ad altro. 

L'ESTATE DEI VELENI - Dopo i problemi emersi durante tutta l’estate, tra processi sportivi da ripetere e grandi piazze spazzate via dalla scena calcistica per montagne di debiti sul groppone o per fidejussioni senza rating (prima di rinascere in deroga alle norme sulle multiproprietà previste dallo Statuto federale), sarà dunque l’ex Ministro degli Esteri Franco Frattini ad avere l’occasione di mettere un punto su diverse battaglie già divampate con attacchi personali poco gradevoli.

LA GIUSTIZIA DI FRATTINI - Attendono, per esempio, risposte certe le legittime aspirazioni delle sei società escluse dopo che Balata ha proceduto senza esitazioni con il blocco dei ripescaggi, permesso dalle decisioni commissariali e motivato dall’esigenza di un maggiore equilibrio economico. Sperano (e litigano) Catania, Novara, Ternana, Siena, Pro Vercelli ed Entella (quest’ultima s’è vista già respinta la sospensiva per il procedimento a carico del Cesena) che, insieme a Figc (difesa per l’occasione dal professor Giulio Napolitano), Lega B e Lega Pro attendono chiarezza alla fine di un’estate indecifrabile e piena di polemiche che neanche l’avvio del torneo cadetto ha contribuito a placare come auspicava qualcuno. 


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