Una rivoluzione. Il «libretto rosso», non di Mao Tse-Tung ma degli arbitri di tutto il mondo, è di 11 pagine, edite dall’Ifab, l’International Board che sovrintende a tutte le mutazioni, climatiche e non, delle regole del calcio. Undici pagine che, in Italia (la famigerata Circolare numero uno), diventano 21, con spiegazioni, testi a fronte per sottolineare il cambiamento, la ratio del perché prima - ed è solo un esempio - si usciva dal centro del campo e da domani (anzi, già da un paio di mesi) lo si dovrà fare dal punto più vicino a dove ci si trova. L’ennesimo restyling, poco tempo dopo quello più corposo di un paio di anni fa e soprattutto dopo l’introduzione in pianta stabile del VAR, il Video Assistant Referee, che è entrato prepotentemente anche in questa ristesura delle 17 regole.
Se ne accorgeranno i portieri, che sui rigori dovranno stare attenti più a come si muovono che a come tira l’attaccante. L’occhio lungo del Grande Fratello è lì pronto a coglierli in fallo, basta un centimetro per un giallo, e se concedi il bis finisci sotto la doccia. Gli arbitri italiani hanno metabolizzato le novità. Chi più, chi meno (e c’è sempre qualche... meno nel gruppo della Can a disposizione di Rizzoli). Qualcuno ha già iniziato a metterle in pratica, dirigendo le prime partite fra preliminari di Europa e Champions League, avendo partecipato ai Mondiali Under 20 in Polonia (Massa in campo, Guida al VAR) o a quelli femminili in Francia (Valeri, Fabbri e Irrati).
Il resto arriverà, questione di giorni, e subito partite vere in campionato. La prova del 9. C’è una nuova regola, una cambiamento, praticamente per tutto, anche per situazioni ormai entrate nel Dna anche di chi guarda il calcio. Eppure si vedrà sventolare cartellini in faccia ad allenatori e dirigenti, bisognerà stare attenti alle tattiche che si stanno studiando per pressare gli avversari sulle rimesse dal fondo (il pallone non dovrà più uscire dall’area) o sulle punizioni (mai più avversari a prolungarla, a meno che non ci siano solo due difendenti). Insomma, una rivoluzione. Bisognerà studiarla. Bisognerà abituarsi. Cominciamo subito, allora...
Falli di mano: sempre punibili se si aumenta il volume
E’ la novità con più impatto. Anche se, catalogarla come nuova regola, è anacronistico. Già dallo scorso anno, tutti gli interventi dei difensori con le braccia/mani in posizione non consona, scomposta, venivano puniti con il calcio di rigore. Allora però erano solo indicazioni che venivano impartite dal designatore Rizzoli di volta in volta durante i raduni. Adesso, invece, c’è anche la ceralacca dell’Ifab. Per come sono state spiegate nella circolare numero uno, quella che viene rilasciata da parte dell’Organo Tecnico (ancora una volta facente capo ad Alfredo Trentalange), sarà praticamente sempre punibile il braccio largo, in posizione non naturale, o ancora sopra l’altezza delle spalle, anche con pallone da distanza ravvicinata. In caso contrario (braccia o mani vicine al corpo) spetterà all’arbitro valutare l’intenzionalità (e non più la volontarietà). Ovviamente, tutti annullati i gol realizzati con un tocco di braccio/mano anche se palesemente involontari (buoni invece gli autogol della stessa natura).
Rigori: occhio portieri, almeno un piede sulla linea. Forse
Potrebbe essere diventata, nel giro di 180’ più rigori, la criticità della stagione. Colpa di scelte azzardate a monte e di giustificazioni scivolose a valle. Quello che è successo nella finale di Supercoppa Uefa a Istanbul sul penalty fallito da Abraham rischia di avere conseguenze disastrose. Ed in Italia è già psicosi. Spieghiamo, perché tutto riguarda l’esecuzione dei calci di rigore. La novità alla regola pre-Frappart (ma l’arbitro donna francese ha colpe limitate) era chiara: i portieri dovranno avere almeno un piede sulla linea di porta o in linea con essa se si sta saltando (non più, dunque, due), pena ammonizione e rigore ripetuto (sono esclusi, per il giallo, i penalty finali). Facile, no?
Invece, sorpresa: non sarà proprio così, visto che all’errore di Supercoppa sono seguite (bisognava per forza salvaguardare la Storia, piegando le regole) spiegazioni stile Ugo Tognazzi in Amici Miei. Vero, la regola è quella. Ma verificarne il rispetto spetta all’arbitro, ai guardalinee e solo in caso «di chiaro ed evidente errore» (Rosetti dixit) al VAR, che fino al 14 sera ne aveva la titolarità (vedi Mondiali donne, Francia-Nigeria su tutte). E l'aveva perché si tratta di un’infrazione di posizione (come il fuorigioco), dunque verificabile al centimetro con facilità solo dal video. E poi, come per gli offside, sanzioniamo un tanto al chilo? Se pesa poco (leggi centimetri) si lascia andare? Errore, che creerà grandi problemi. Pensate ad un match scudetto in Italia...
Calcio di rinvio: pallone subito in gioco senza uscire dall’area
Visivamente, è la novità che colpisce maggiormente chi si troverà a guardare una partita: non ci sarà più l’obbligo, perché il pallone sia in gioco, che lo stesso esca dall’area di rigore, come è accaduto fino ad oggi. In pratica, un portiere potrà passare il pallone ad un difensore posto a pochi centimetri da lui ed il pallone sarà in gioco. L’attaccante (rigorosamente fuori dall’area fino a quando il pallone non sarà in gioco) potrà entrare in area ed intervenire non appena il pallone viene giocato (pallone che si muove chiaramente). Sarà un momento particolarmente delicato: chi batte dovrà stare attento che il compagno al quale è diretto il pallone stia attento, altrimenti favorirà l’intervento di chi attacca. Una novità che favorirà sia la costruzione del gioco da dietro (come ormai fanno tutte le squadre), ma anche il pressing d’attacco. Il che significa, dal punto di vista arbitrale, una maggiore attenzione da prestare in una fase che fino a ieri serviva al direttore di gara per recuperare la posizione in vista della ripartenza.
I cartellini: allenatori e dirigenti, arrivano i gialli e i rossi
Fino ad oggi, in caso di intemperanze particolarmente vibrate da parte degli allenatori o dei dirigenti in panchina, solitamente l’arbitro si avvicinava alla panchina e lo invitava ad allontanarsi: «Prego, mister, si accomodi, grazie». Dallo scorso 25 giugno (ma anche per Mondiali femminili, la Coppa America e i Mondiali Under 20) invece l’arbitro potrà estrarre il cartellino giallo e il cartellino rosso per notificare il provvedimento disciplinare. Proprio come avviene per i giocatori. E l’espulsione dovrebbe portare (porterà) alla squalifica di almeno una giornata per il destinatario del provvedimento, cosa che invece non avveniva in passato. Ad inizio agosto, è stato Pep Guardiola a prendere il giallo dall’arbitro Atkinson nella Community Shield. Era successo anche al ct dell’Argentina, Lionel Scaloni, in Coppa America (ammonito dall’arbitro Julio Bascunan, primo giallo ad un tecnico di sempre) e, durante la sperimentazione in Inghilterra (solo nelle coppe nazionali) a Maurizio Sarri a gennaio, guardacaso sempre dall’attempato (48 anni, in Premier non c’è limitazione d’età) Atkinson.
Barriera: basta “prolungamenti”. Avversari a un metro
Cambia anche il modo di disporre la barriera. Meglio, quello che succede dopo che la squadra che difende ha predisposto gli uomini fra il pallone e la porta. Chi attacca, infatti, non potrà più mettere giocatori a prolungare la barriera o a creare varchi (inserendosi fra un avversario e l’altro), ma dovrà tenersi ad almeno un metro di distanza. Tutto chiaro, sulla carta. In pratica, però, già ci sono state le prime polemiche (vedi Juve-Inter di ICC, con il gol su punizione di Ronaldo): l’eventuale infrazione va rilevata nel momento in cui chi batte la punizione tocca il pallone. Troppo veloce per l’occhio dell’arbitro. Interverrà il VAR? Al momento, le indicazioni per gli arbitri sono quelle di fare prevenzione. Ovvero, avvisare tutti (gli attaccanti) che non ci si potrà mettere in barriera se non al momento della battuta, questo per evitare che si possano creare situazioni ambigue. La regola è nata con lo spirito di limitare le perdite di tempo dovute ai problemi di gestione degli uomini in barriera stessa. Una barriera è formata da almeno tre giocatori: con solo due, l’avversario può avvicinarsi a loro.
Altre novità: sostituzioni più veloci e norma anti-gaffe per i n.1
Le novità regolamentari sono molte, alcune con poco impatto, altre invece stravolgeranno abitudini decennali. Come le sostituzioni: per evitare perdite di tempo, il giocatore sostituito non dovrà più uscire dal centro del campo (fra le panchine, davanti al quarto uomo) ma sarà obbligato a farlo dal punto delle linee perimetrali del terreno di gioco a lui più vicino, tranne i casi di sicurezza o infortunio. Quindi, stop alle camminate dalla bandierina opposta per arrivare dall’altra parte del campo. Calcio d’inizio, si torna indietro: si farà come nelle partitelle fra amici, chi vince il sorteggio potrà scegliere se pallone o campo (fino all’anno scorso, solo il campo), questo perché una rete può essere segnata direttamente dal calcio d’inizio. Il vantaggio: la squadra che subisce fallo può battere velocemente la punizione senza aspettare che l’arbitro commini l’ammonizione/espulsione anche in presenza di un fallo in chiara occasione da gol (che se si concretizza, derubrica il rosso per il difensore in giallo).
Novità anche per l’arbitro, che non è più parte del gioco: se tocca il pallone e: a) cambia il possesso del pallone; b) entra direttamente in rete; c) una squadra inizia un attacco promettente, il gioco sarà immediatamente fermato e si riprenderà con una sua rimessa o - se il tocco avviene dentro l’area - con il pallone direttamente al portiere. A proposito della rimessa da parte dell’arbitro: ora il pallone sarà dato direttamente alla squadra che ha diritto a giocarlo (l’ultima che lo ha toccato, ad esempio), con avversari ad almeno 4 metri. Attenzione alle esultanze dopo i gol: anche se viene annullato, ma hai festeggiato così tanto (o togliendoti la maglia) da meritare il giallo, questo resterà comunque. Nuova norma anti gaffe per i portieri: se su un retropassaggio, dovesse svirgolare il pallone, potrà giocarlo con le mani senza che questo porti ad una punizione contro.
Una rivoluzione. Il «libretto rosso», non di Mao Tse-Tung ma degli arbitri di tutto il mondo, è di 11 pagine, edite dall’Ifab, l’International Board che sovrintende a tutte le mutazioni, climatiche e non, delle regole del calcio. Undici pagine che, in Italia (la famigerata Circolare numero uno), diventano 21, con spiegazioni, testi a fronte per sottolineare il cambiamento, la ratio del perché prima - ed è solo un esempio - si usciva dal centro del campo e da domani (anzi, già da un paio di mesi) lo si dovrà fare dal punto più vicino a dove ci si trova. L’ennesimo restyling, poco tempo dopo quello più corposo di un paio di anni fa e soprattutto dopo l’introduzione in pianta stabile del VAR, il Video Assistant Referee, che è entrato prepotentemente anche in questa ristesura delle 17 regole.