DIO…nisio per salvare la Palmese

Svolta in casa dei vesuviani: ingaggiato il direttore sportivo già artefice di numerosi miracoli in Serie C. A Taranto l'ultimo con Di Costanzo. Toccherà a lui rilanciare la società rossonera. Per la panchina è Ciullo il nome caldo. «Ho avuto carta bianca dalla società. Mi prenderò ogni responsabilità. Ma fatemi vedere la Palma Campania che ho conosciuto da lontano accanto alla squadra».
DIO…nisio per salvare la Palmese
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PALMA CAMPANIA - Errori uno dietro l’altro. In principio il sacrificio inutile di Sarnataro. Poi il ritorno insensato di Pietropinto per cercare di restare in paradiso. Alla fine la Palmese “fatta in casa” ha compreso l’antifona. Un passo prima di morire, forse, ha girato l’angolo. Tutti un passo indietro. Avanti con DIO…nisio, un lusso sfrenato per la serie D. Una impronta manageriale. Da trattoria a ristorante stellato. Così stamattina la gloriosa storia rossonera, infangta dai 5 gol subiti sulle montagne di Rotonda, ha girato finalmente accelerato affidando il suo destino al manager che ha fatto le fortune delle maggiori squadre del Sud Italia. L’ultima volta Dionisio, portandosi dietro come allenatore Nello Di Costanzo attuale mister dell’Angri, rianimò il Taranto e oggi Eziolino Capuano gode di quella eredità concettuale. Prima ancora il Brindisi e tante altre piazze che sarebbe lungo elencare. La prima notizia era apparsa sorprendente. Ma qualcosa di grosso era per forza nell’aria. Sabato sera, dopo la scoppola indecorosa di Rotonda, Mario Pietropinto era scomparso dai radar. Ammutolito dai gol e forse prostrato per la grave imprevidenza di avere sostituito Sarnataro dopo che aveva annunciato l’addio alla panchina. Invecchiato e intristito, lo stregone di Eboli ieri marttina era passato a ritirare i suoi effetti personali allo stadio in iun clima di tristezza capace di annientare una storia bella e vincente durata con lunghi intervalli addirittura 20 anni. Poco lucido, votato al sacrificio per amore di Palma Campaniam il tecnico cilentano in poche domeniche ha visto via via affiorare il distacco da una società balbettante che da luglio aveva sottovalutato la questione ed allestito una squadra inconsistente.

UNO STREGONE A PALMA. Ora tocca a Nicola Dionisio. Sigaro in bocca. Molto deciso, ieri si è seduto nella sede e in qualche ora ha tracciato il piano di cura di una nalata seria quale la Palmese. Prima di tutto la salvezza, senza la quale nulla si potrà argomentare. Ma solo per la salvezza non sarebbe mai venuto. Il suo respiro, se il miracolo riesce, sarà due anni e mezzo. Ha proposto il progetto. Per arrivare sul gradino che ovviamente non si può nemmeno nominare in questo momento. Dovrà scegliere un allenatore e mettere mano a puntellare la squadra di qui al 7 gennaio quando è in programma il primo scontro mortale in casa con il Gravina diretta concorrente per un posto per evitare la retrocessione. «Ho accettato perché è la Palmese e a un nome così non si può dire no – sono le prime e poche parole di Dionisio- qui il calcio è pane e io vivo per il calcio. Mi scuso se non rispondo a nessuna domanda. Avremo tempo. Un grande caro saluto ai tifosi rossoneri.A loro dico di starci vicino. Ne abbiamo bisogno. Fatemi vedere la Palma Campania che conoscevo da lontano. Ho chiesto e avuto carta bianca senza discussioni. Farò io e mi prenderò le responsabilità. Da oggi lo spogliatoio è solo mio. Lavorerò giorno e notte. Portiamo la Palmese sulla  terra ferma e poi parleremo di ogni altra cosa. Forza Palmese».

ALLENATORE E MERCATO - Il suo telefono è già bollente. Fuori dei suoi segreti non ha aperto bocca. Ha parlato solo con i dirigenti e si aspetta la ufficialità del rapporto che lo individia come manager assoluto della Palmese. In attesa, le indiscrezioni sono tante. Concitate. Capaci di rianimare l’ambiemte, dove la tifoseria sbigottita adesso è in fibrillazione. Poiché il nome di Nicola Dionisio vuol dire che si fa sul serio, ciascuno ha capito che di qui a maggio la Palmese sarà un pianeta infuocato. Non più la squadra molle e arrendevole del girone di andata, ma una compagine tosta e agguerrita corpo unico con la sua gente per tentare di scrivere una nuova pagina impossibile della sua storia infinita che dura dal 1914. Il nome più in voga per l’allenatore è quello di Stefano Ciullo. Un tipo tosto, l’allenatore puglese di Taurisano. Ha allenato sin qui solo grandi squadre e non intende cambiare pensiero. Il 2 settembre scorso lasciò il Matera per dissapori con la società che voleva approntare un progetto che non gli piaceva. Avvicinato dal Gravina declinò l’invito per le stesse ragioni. A Dionisio dorse dirà di sì. Perché l’intervento del neodirettore della Palmese è una garanzia di qualità del progetto e degli intendimenti. Ma non solo l’allenatore. Dionisio porterà a Palma Campania 4-5 giocatori nuovi. Niente nomi per adesso e niente annunci. Un passo alla volta. Firma dopo firma si potrà sapere con certezza. Grazie ai giorni di festa l’azione sarà più agevole e alla ripresa  degli allenamenti dopo Natale sarà possibile scoprire la carte. Nell’attesa che Dionisio faccia il suo corso, la società rossonera dovrà dedicare il proprio tempo a disegnare un nuovo modello organizzativo. L’epoca della pasta fatta in casa appare definitivamente tramontata. Il calcio moderno impone una struttura societaria solida e di prospettiva, che evidentemente è stata garantita al nuovo responsabile dell'area tecnica prima che accettasse. Tanti passi indietro e una ossatura strutturata con nuovi ingressi e qualche addio. E' il prezzo da pagare per non morire. DIO…nisio presuppone programmi e non improvvisazione. Una versione filosofica prettamente napoletana… chi ha data ha data  e chi ha avuto ha avuto. Scurdammoce o’ passato. (luigi alfano)


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