Osvaldo: Boca, il mio sogno da bambino

Osvaldo racconta l'emozione dei primi giorni al Boca Juniors: «Da ragazzino spesso non avevo i soldi per lo stadio, ma mi arrangiavo. Vesto la maglia che sognavo da bambino, non vedo l'ora di giocare alla Bombonera»
Pietro Cabras
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E’ rimasto in tribuna, ad assistere al debutto del Boca nel campionato argentino, alla vittoria contro l’Olimpo per 3-1, rigore di Gago e doppietta di Palacios. Ma Daniel Osvaldo per la prima volta ha raccontato, attraverso il sito del Boca, le sue emozioni per il ritorno in Argentina dieci anni dopo la partenza, quando lasciò l’Huracan chiamato dall’Atalanta. «Non mi sarei mai aspettato un’accoglienza così calorosa, non me lo aspettavo» ha spiegato. I compagni e i tifosi gli hanno riservato una festa speciale: «Vedo la gente fiduciosa, questo ci dà una carica eccezionale che vogliamo trasferire sul campo. Da ragazzo venivo sempre allo stadio, non sempre c’era qualcuno che poteva accompagnarmi e spesso non avevo nemmeno i soldi del biglietto, ma in qualche modo mi arrangiavo. Da ragazzino ero scalmanato, ora mi contengo di più… ma questa spinta da tifoso la senti dentro, quando sei in campo. Una volta in Europa ho affrontato El Vasco - l’allenatore Arruabarrena, ex giocatore del Boca - e in campo l’ho ringraziato per tutte le gioie che aveva trasmesso a noi ragazzini. Mi diede la sua maglietta…». 

Ha raccontato dei suoi dieci anni di lontananza dall’Argentina: «E’ tutto nuovo, tante sfide che affronto soprattutto con la maglia che sognavo di indossare da bambino. Di sicuro ci vorrà del tempo per ambientarmi, ma ho cambiato varie squadre e riuscirò ad adattarmi anche qui. Non vedo l'ora di giocare alla Bombonera. Non mi allenavo in un gruppo da un mese, ma mi sono subito trovato bene: quando si fanno le cose con allegria, si fa meno fatica. I compagni mi hanno fatto a pezzi con la cerimonia di benvenuto, ma in verità ho trovato un gruppo spettacolare. E in sottofondo nello spogliatoio hanno mandato del rock: presto porterò anche la mia collezione…».

 


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