Nesta: «Io e il Miami nati per vincere»

Sabato il via nella seconda Lega americana, il tecnico al debutto: «Il presidente Maldini? È come un fratello, ma mi ha chiesto di fare subito risultato»
Troppa Play Station per Alessandro Nesta che nel 2005 si lamentò di forti dolori a polso e mano destra dopo numerose sessioni da videogamer© LaPresse
Roberto Zanni
3 min

MIAMI - Ha compiuto quarant'anni nemmeno un paio di settimane fa, il 19 marzo, tra una amichevole giocata alla St. Thomas University e un salto allo stadio della Florida International University, che sarà il suo nuovo, piccolo Olimpico, oppure San Siro, non fa differenza. La nuova vita di Alessandro Nesta, ex bandiera prima della Lazio e poi del Milan, pilasto della Nazionale, campione del Mondo 2006, riparte dalla panchina. Un debutto ufficiale come allenatore che arriverà sabato, in trasferta, a Fort Lauderdale contro gli Strikers che, come co-proprietario, hanno l'ex Fenomeno Ronaldo. L'esordiente Nesta e gli esordienti Miami FC, il suo nuovo club, che è appena nato e giocherà la sua prima stagione nella NASL (North American Soccer League) la seconda lega per importanza nel panorama americano. Un intreccio curioso: Alessandro Nesta, che ormai vive a Miami da qualche anno e il suo ex compagno di squadra Paolo Maldini. Amici e vicini di casa a South Beach e adesso con un nuovo rapporto che si aggiunge ai precedenti, allenatore e presidente. Maldini, assieme a Riccardo Silva, l'imprenditore che ha creato la MP & Silva, la società che vende lo sport nel mondo, nel senso di diritti televisivi, avevano infatti voglia di calcio. Ma non in Italia e non ci poteva essere posto migliore di Miami, dove vivono, per qualche mese all'anno.

Nesta, quanto tempo ci è voluto per trovare l'accordo con il suo presidente?

«Dopo dieci minuti era tutto fatto, per me Paolo è come un fratello».

Poi però ha impiegato più tempo per creare la squadra: ha dovuto cominciare da zero.

«Per quattro mesi siamo andati in giro dappertutto, ci siamo fatti una cultura sul calcio americano, a cominciare dalle università, i college».

Una nuova avventura lontano migliaia di chilometri dall'Italia: cosa vuol dire?

«Vivo a Miami ormai da tre anni, quindi cominciare qui è bello per me e la mia famiglia. Anche se cominciare in un nuovo Paese, a un livello differente, può essere difficile, ma cercherò di trasmettere la mia esperienza ai giocatori».

Quali sono gli obiettivi?

«I proprietari, Silva e Maldini, vogliono vincere subito: non importa se è il primo anno, è quello che vogliono e noi proveremo a riuscirci».

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