Clattenburg, confessione choc: «Troppa tensione, bevevo fiumi di birra»

L'arbitro ha lasciato la Premier League per andare in Arabia Saudita: «Non mi manca per niente»
Clattenburg, confessione choc: «Troppa tensione, bevevo fiumi di birra»
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ROMA - La pressione a cui è sottoposto un arbitro di un grande campionato non è per niente facile da gestire. Perennemente sotto i riflettori, spesso al centro di polemiche, quasi mai difesi dalle altre componenti del mondo del calcio: che la vita dei direttori di gara non sia tutto rose e fiori lo si capisce dalla confessione choc di Mark Clattemburg. Dopo aver lasciato la Premier League per trasferirsi in Arabia Saudita, il fischietto ha confessato di spesso affogato la tensione negli alcolici: «È stato un sollievo allontanarsi dalla Premier League. Le pressioni all’interno del proprio campionato sono spesso più complesse da gestire di quelle in Champions o nelle altre manifestazioni. Il mestiere di arbitro può arrivare a influenzare anche la tua famiglia, ogni cosa che scrivono i media ha conseguenze su chi sta al tuo fianco. Per gestire la pressione successiva ai match di Premier League bevevo fiumi di birra: se la partita andava male, tornavo a casa e aprivo il frigo. Mia moglie lo sapeva: capiva il mio stato d’animo già al telefono, appena uscivo dallo stadio».

LE ACCUSE - Clattenburg spara a zero anche su allenatori e giocatori: «Non escono mai dagli spogliatoi per scusarsi con te, oppure per ammettere di aver sbagliato a comportarsi in un certo modo. Il campionato inglese non mi manca per niente. L'episodio peggiore? Dopo Manchester United-Chelsea sono stato accusato di aver rivolto insulti razzisti a Jon Obi Mikel. Ho pagato le conseguenze di questa voce all’aeroporto di Heathrow, quando mi sono trovato ad affrontare le persone che mi avevano riconosciuto».


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