Premier League, 50 volte Lukaku: l’attaccante dell’Everton è nella storia

A 16 anni record su record in Belgio. Poi la telefonata con Drogba che gli cambia la vita e la Champions che non vuole alzare...
Premier League, 50 volte Lukaku: l’attaccante dell’Everton è nella storia© AP
Francesco Guerrieri
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ROMA - E sono 50. Nessuno come lui. Anzi, in pochi (campioni): Robbie Fowler, Michael Owen, Wayne Rooney e Cristiano Ronaldo. Grandi nomi, insomma. Da oggi nella top five c’è anche Romelu Lukaku, 191 centimetri e 100 chili di pura qualità: l’attaccante dell’Everton è il quinto giocatore ad aver raggiunto i 50 gol in Premier a soli 23 anni. Ma lui ha voluto strafare, e ne ha fatti due tutti insieme contro l’Aston Villa: uno di testa (specialità della casa), l’altro di piatto sinistro davanti al portiere. E sono 51.

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PREDESTINATO - Nato a pane e pallone Romelu: il padre Roger era un attaccante della Nazionale dello Zambia (“Mi ha insegnato tutto”), il fratello Jordan terzino dell’Oostende ma di proprietà dell’Anderlecht, il cugino Boli Bolingoli-Mbombo gioca nel Club Bruges. Da sempre si vive di calcio in quella casa di Anversa, nel nord del Belgio. A quattro anni il piccolo Lukaku aveva già un pallone tra i piedi, poi il Lierse dove segna 116 reti in 70 partite e le giovanili dell’Anderlecht: 98 gare e 41 gol. Ce l’ha i numeri il ragazzo eh. Se ne accorgono anche ai piani alti, e nel 2009 arriva il primo vero contratto. A sedici anni è già doppio record: giocatore più giovane ad esordire in Nazionale (amichevole contro la Croazia) e capocannoniere più giovane del campionato belga con 15 reti.



LA TELEFONATA CON DROGBA - Romelu è uno dei giovani più promettenti in Belgio, e già si azzardano paragoni con Didier Drogba. Quel Drogba che… Ritiro della Nazionale, Kompany è al telefono con l’attaccante ivoriano: "Ad un certo punto me l’ha passato, ero emozionatissimo. L’ho riempito di domande sugli allenamenti e sullo Stamford Bridge, abbiamo parlato per venti minuti". Una telefonata allunga la vita? A Lukaku gliel’ha cambiata: “Il Chelsea è il mio club preferito, mi piacerebbe giocare lì”. Era il 2010. L’anno dopo tac, Lukaku si veste di blues convinto anche da Didier. Un matrimonio già scritto, dopo che il Chelsea l’aveva cercato insieme all’Arsenal quando Romelu aveva solo 13 anni. “Datemi un pallone e gioco per cinque ore”, ha detto la prima volta entrato allo Stanford Bridge. Il pallone c’è, il tempo un po’ meno. Lukaku è chiuso proprio da Drogba, da Torres e da Sturridge. Addirittura 9 partite (e sette gol) tra le riserve e a fine anno una Champions che si rifiuta di alzare al cielo: “L’ha vinta la mia squadra, non io”. Dopo l’emozione per essere arrivato al Chelsea iniziano i primi mal di pancia: “Vi piace buttare i soldi?”. Valigia pronta, si parte.

IL RISCATTO E L’EVERTON - Al West Bromwich è tutta un’altra musica: subito in gol alla prima di campionato contro il Liverpool; a febbraio è già a dieci reti e chiude la stagione con una tripletta contro il Manchester United (in soli 45’, tra l’altro). A fine anno il bilancio è di 17 reti in 35 partite. Non male eh. Non abbastanza per convincere il Chelsea però. Ma c’è l’Everton che tira fuori 35 milioni (dopo un anno di prestito) per portarlo a Liverpool e dargli l’etichetta di giocatore più pagato nella storia dei Toffees. Pressioni? Neanche a parlarne: va sempre in doppia cifra, quest’anno è già a 9 gol. E poco importa se ogni tanto sbaglia la mira, come quella volta che ha colpito una signora sugli spalti ed è corso a vedere se si fosse fatta male. Un gigante buono Romelu, però alla Play Station… “Non sono così lento come mi hanno fatto” dice scherzando dopo aver perso con il compagno Mirallas. Decisamente meglio con i piedi Romelu. Con quelli sì che corre veloce. Ed entra nella storia.


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