Mourinho pronto a tornare, ecco le sue dieci frasi celebri

Il tecnico portoghese ad un passo con l'accordo con il Manchester United. Dal 'pirla' al 'monaco de tibete', ecco le dieci frasi entrate nella leggenda del calcio
Mourinho pronto a tornare, ecco le sue dieci frasi celebri© REUTERS
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ROMA - Sta per tornare. Dopo alcuni mesi di vacanza dopo il clamoroso esonero dal Chelsea, Josè Mourinho è ad un passo dall'accordo con il Manchester United. Lo Special One torna dunque nella mischia rimanendo in Premier League. E mentre già i tabloid sognano la grande sfida al City dell'acerrimo 'nemico' Guardiola, noi vi riproponiamo le frasi celebri del tecnico più amato e odiato del mondo. 

In quasi sedici anni di carriera ad alto livello Mourinho, da grande comunicatore qual è, ha regalato perle su perle ai giornalisti dalla prima esperienza al Chelsea in poi realizzando degli autentici show in conferenza stampa. Ecco le sue 10 frasi più celebri:

10 luglio 2004 (Conferenza di presentazione al Chelsea)
«Sono diventato campione d’Europa e credo di essere speciale. Se avessi voluto un lavoro facile sarei rimasto al Porto con una bella sedia blu, una Champions League in bacheca, Dio, e dopo Dio, io».

4 giugno 2008 (Conferenza di presentazione all'Inter) 
Il cronista gli chiede di un possibile passaggio di Lampard all'Inter nonostante il tecnico abbia già chiarito di non voler rispondere a domande sul Chelsea. Mourinho lo guarda e gli fa: «Io non sono pirla".

15 settembre 2008 (Scintille con il Catania)
Pietro Lo Monaco, a.d. del Catania, attacca Mourinho: «Sarebbe da prendere a bastonate sui denti». Risposta dello Special One: «Io conosco il monaco del Tibet, il Principato di Monaco, il Bayern Monaco, il Gran Prix di Monaco. Non ne conosco altri. Se questo Lo Monaco vuole essere conosciuto per parlare di me, mi deve pagare tanto»

3 marzo 2009 (Polemica dopo un rigore concesso all'Inter contro la Roma)
«A me non piace la prostituzione intellettuale, a me piace l'onestà intellettuale. Mi sembra che negli ultimi giorni ci sia una grandissima manipolazione intellettuale, un grande lavoro organizzato per cambiare l'opinione pubblica per un mondo che non è il mio. Negli ultimi due giorni non si è parlato della Roma che ha grandissimi giocatori, ma che finirà la stagione con zero titoli. Non si è parlato del Milan che ha 11 punti meno di noi e chiuderà la stagione con zero titoli. Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali»

22 agosto 2009 (Vigilia di campionato)
«Zero tituli? Ho espresso un'opinione da uomo libero in un Paese libero e subito ho sentito il rumore dei nemici»

19 febbraio 2010 (Polemiche dopo un rigore concesso alla Juve)
«Area con venticinque metri ce n’è solo una in Italia».

27 aprile 2011 (Conferenza post Real-Barcellona 0-2, semifinale di Champions League)
«Se io dico a lei e alla Uefa quello che penso e quello che sento, la mia carriera finisce oggi. E siccome non posso dire quello che sento, ho solo una domanda. E spero, un giorno, di avere una risposta. La domanda è: perché? Perché? Perché Ovrebo? Perché Busacca? Perché De Bleeckere? Perché Frisk? Perché Stark? Perché?».

21 giugno 2012
«Zeman dice che io sono un mediocre? Rispetto le opinioni di tutti, anche quelle di Zeman. Dove gioca questo Zeman? Lo cercherò su Google».

15 settembre 2015 (Prima di Chelsea-Maccabi)
«La crisi del terzo anno? Cliccate su Google invece di fare domande stupide e andate a vedere cosa ho fatto al terzo anno»

3 ottobre 2015 (Un paio di mesi prima dell'esonero dal Chelsea)
«Se la società vuole cacciarmi, deve farlo, perché io non scappo. Vincere il titolo adesso è molto difficile perché la distanza è tanta, ma sono convinto che finiremo fra le prime 4». Le ultime parole famose.


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