Wenger: «Il ritiro? Mi spaventa, dopo c'è l'ignoto»

Il tecnico dell'Arsenal: «Per me ogni sconfitta è un incubo, una sofferenza per il cuore e per la testa»
Wenger: «Il ritiro? Mi spaventa, dopo c'è l'ignoto»© Action Images via Reuters
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LONDRA - Di smettere oggi non vuole ancora saperne ma sa che quel giorno non è poi così lontano e il solo pensiero gli fa già paura. Arsene Wenger, 68 anni, ha rinnovato con l'Arsenal fino al 2019 prolungando così un'avventura iniziata 21 stagioni fa, e si prepara a tagliare il traguardo delle 400 panchine in Premier League. "Ho iniziato questo lavoro a 33 anni, per cui sono 35 anni che non mi fermo, nessuna pausa, 35 anni di completi concentrazione e impegno nel calcio - racconta agli inglesi di Sky Sports - Perché continuo? Perche' amo farlo, perche' e' un lavoro dove penso si possa avere un'influenza positiva, sulle vite delle persone, sui risultati, sulla dimensione di un club, sui valori, perché un club é prima di tutto una questione di valori, cosa che oggi tendiamo spesso a dimenticare. E' come se fosse una missione la mia, portare avanti questi valori per questo club perché penso che l'Arsenal sia rispettato in tutto il mondo per i valori che porta avanti generazione dopo generazione".

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IL RITIRO - Wenger allontana lo spettro della pensione ma ammette che "il ritiro mi spaventa perché davanti a ogni fine c'é l'ignoto e l'ignoto può un tantino fare paura. Ma non sono troppo spaventato, voglio solo fare quello che faccio finché penso di poterlo fare bene e ho la motivazione per farlo. Su questo nessun dubbio. Detto questo, quel giorno arriverà, magari presto, magari no, ma ad oggi resto completamente concentrato e dedito al mio lavoro". Wenger si descrive come un tipo cocciuto ma senza vederlo come un difetto, anzi.

OTTIMISTA - "C'e' una sottile linea di confine fra l'essere testardo e l'essere stupido ma se molli troppo presto non farai niente nella vita. La persistenza è una qualità sottovalutata: se andiamo a vedere le persone di successo, la maggior parte di loro ha una determinazione costante nel fare quello che vuole ed è pronta a impegnarsi in modo assoluto". Nonostante la lunga esperienza, a 68 anni Wenger soffre per le sconfitte come quando era più giovane. "E' un incubo quello che succede al cuore e alla testa di un allenatore dopo una sconfitta, è orribile e non va meglio con l'età". E sul fatto che l'Arsenal rischi un'altra stagione deludente, il tecnico francese resta ottimista. "Il calcio è questione di momenti. Quello che sembra inarrestabile a ottobre, magari non lo è a dicembre. Ma questo può succedere solo se le altre squadre continuano a credere nelle proprie qualità". (in collaborazione con Italpress)


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