Calciomercato, Immobile: «Voglio giocare in Champions»

L'attaccante del Torino dal raduno azzurro di Coverciano: «Dopo una stagione così, normale essere ambiziosi e voler crescere sempre di più»
Andrea Santoni
7 min
FIRENZE - Prima conferenza stampa di Ciro Immobile a Coverciano. Il capocannoniere della A ha mostrato tutti i suoi lati, le sue emozioni, i suoi sogni, alla vigilia delle nozze con la sua compagna Jessica, madre della sua piccola Michela, il cui volto lui ha tatuato sul braccio sinistro.

Immobile, tutti la danno sicuro al Mondiale, pur se ha una sola presenza azzurra.
«Di sicuro c’è solo la morte, sono qui per lottare per entrare nei 23,sapendo di aver già centrato due obiettivi: essere nei 30, arrivarci da capocannoniere».

Chi è il più centravanti del gruppo?
«Il più centravanti è Mattia Destro ma anche Mario e io siamo attaccanti completi. Mario se non tocca palla non si sente in partita, a me piace attaccare gli spazi, stare sulla linea del fuorigioco,Abbiamo tutti caratteristiche diverse».

Lei potrebbe essere lo Schillaci del Brasile. Le pesa il paragone?
«Magari...Io sono nato nell’anno del suo mondiale, il paragone non mi mette ansia, mi dà solo piacere. In comune fin qui abbiamo il fatto di essere del Sud tutti e due».

Quale è il suo stato d’animo?
«Me la gioco al 200%, sono carico, voglio far capire a tutti che non sono un caso, sono qui con la massima voglia, che sto mettendo in ogni test, senza trascurare niente, per non avere rimpianti in caso di taglio».

La stessa grinta che ha messo per arrivare in vetta alla classifica dei bomber. Chi è stato il suo rivale maggiore?
«Direi Rossi, è stato penalizzato dall’infortunio sennò sarebbe stato un osso, ma aver superato Toni, Higuain, Tevez è motivo di orgoglio».

Qui a Coverciano con chi si giocherà il posto tra i 5 “brasiliani”?
«Con tutti, perché tutti vorranno giocare la più importante competizione che c’è; il ruolo più difficile in questo caso è quello del mister perché ha tutti attaccanti forti: sarà difficile lasciarne a casa due».

Che ne dice di una coppia Balo-Immobile?
«Dico che è roba per il mister; a noi tocca dare il massimo, metterci a disposzione; tra un po’ entreremo nel dettaglio tattico, se ci sarà un’Italia a due, o tre o quattro punte...vedremo».

Dediche?
«Alla mia famiglia, mia moglie, mia figlia, loro sanno quanto ho lottato per arrivare qui»

Il bel clima di lavoro a Coverciano è stato rovinato dall’ultimo caso di razzismo che ha coinvolto Balotelli.
«Di questo non ho parlato con Mario anche se in questi giorni l’ho fatto spesso; ho trovato un ragazzo davvero per bene. Sulla vicenda vorrei non dare troppo spazio a certe persone, perché siamo nel 2014 ed è incredibile che accadano queste cose».

Mario si è sfogato privatamente, prendendosela con Firenze e Roma...
«Ma qui la questione non è una città in particolare, se è stato un fiorentino. Il nodo è che non se ne può più di chi insulta i neri, i napoletani, i cinesi, i gialli, verdi rossi...Ripeto, nel 2014 bisogna migliorare».

Mario lo ha fatto, restando calmo
«Per fortuna è stato tranquillo, come avevamo detto tra noi, in merito a certe circostanze. Io potrei fare anche un appello su questo problema ma non voglio mettere un dito nella piaga, noi siamo l’Italia e faremo quello che c’è da fare. Come ha fatto Mario, che è stato tranquillissimo, e ha continuato il suo lavoro».

Le è mai capitato di vergognarsi di essere italiano?
«Mai! Ma quando sento i cori sul Vesuvio e sulla lava... mi sento triste, perché amo la mia città, e anche negli errori, l’amerò fino alla morte»

Tornando al calcio, le è dispiaciuto non essere domenica sera a Firenze per squalifica dove il Torino si è giocato l’Europa?
«Tantissimo! Ci è mancato l’ultimo passettino. Ma nessuno può dirci niente, e infatti nessuno lo ha fatto. Siamo tutti orgogliosi della stagione»

Lei in particolare
«E’ stata una rivincita, grazie al mister Ventura e anche all’Under 21 diMangia che mi hanno aiutato a diventare un attaccante moderno. Ora non faccio solo gol ma aiuto anche nel recupero della palla. Ventura mi ha aiutato a sbloccarmi mentalmente dopo una stagione non felice col Genoa.E i compagni mi sono stati vicini all’inizio, quando ho avuto qualche problema».

Lei ci ha messo del suo
«Sono migliorato nell’atteggiamento in campo, anche quando sono stato espulso alla penultima partita, sono uscito in silenzio, senza fare sceneggiate. E alla fine è arrivato il titolo di capocannoniere dellaA, a quota 22, dopo quello della B, due anni fa, anche se mio padre mi dice che quello conta poco»

Che effetto le ha fatto ritrovare i suoi ex compagni della Juve?
«E’ stata una bella emozione, ho abbracciato Gigi Buffon, eppoi ho ritrovato gli ex compagni della Under 21, come Destro. Ci divertiamo,siamo un bel gruppo».

Immobile, cosa ne dice delle voci che la vogliono al Borussia Dortmund dalla prossima stagione?
«Del mercato si sta occupando il mio procuratore. Ma io sono ambizioso,voglio poter valorizzare quello che ho fatto, e giocare la Champions sarebbe importante, e il Borussia è una squadra importantissima»

Borussia voleva dire Lewandowski, passato al Bayern
«Che devo dire? Uno dei più forti attaccanti in circolazione e questa cosa mi stimola ancora di più. Ovunque andrò troverò grandi attaccanti»

Caldirola e Donati, ex compagni della Under 21 ora in Bundesliga li ha sentiti?
«Sì, mi hanno detto che il campionato tedesco è cresciuto tantissimo e che hanno avuto solo qualche difficoltà con la lingua, ma noi napoletani ci facciamo capire...»

Immobile, come sta Cerci dopo l’errore sbagliato contro i viola che è costato al Torino l’Europa?
«Con lui abbiamo fatto tesoro delle parole di Prandelli: bisogna pensare come gruppo. Tutti gli stiamo vicini, credo che lui abbia cancellato l’errore, resta il fatto e il pianto di domenica ma credo che Alessio abbia rimosso lo sbaglio»

Si è parlato in questi giorni di codice etico e controllo dei social: cosa avete deciso?
«Prandelli lo ha detto al capitano, a Buffon: “Parlatene voi”. Nessun divieto, ma molta attenzione, tipo prima o dopo la partita, bisognerà scegliere bene le parole, senza cadere nelle trappole mediatiche».

La trappola che vi aspetta è il caldo di Manaus
«L’allenamento nella speciale casetta che ricrea le condizioni amazzoniche ci serve per il fiato, per l’ossigeno, non per le gambe. Stiamo lavorando ad alta intensità, tutto è stato preparato nei minimi dettagli. Ma lì dentro non succede niente di strano, tranquilli...».


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