Juventus, Marotta e Paratici confermati fino al 2018

Il club bianconero comunica il rinnovo del contratto dell'ad, del ds e dell'intera area sportiva
Juventus, Marotta e Paratici confermati fino al 2018© LaPresse
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TORINO - L'ad della Juventus Beppe Marotta e l'intera Area sportiva bianconera hanno rinnovato il contratto fino al 2018. Ne fanno parte il ds Fabio Paratici, il segretario generale Maurizio Lombardo, il team manager prima squadra Matteo Fabris, il vice ds Federico Cherubini, i dirigenti del settore Giovanile Braghin e Pessotto.

MAROTTA: GRAZIE AGNELLI. IL PRIMO SCUDETTO RICORDO PIÙ BELLO - «Innanzitutto ringrazio il presidente Agnelli per la rinnovata fiducia, non solo a titolo personale ma anche dei miei collaboratori. Una grande qualità che ha il presidente è quella del concetto di delega, il fatto di poter far lavorare i propri collaboratori in grande autonomia e di grande senso di responsabilità. Credo che questo sia uno dei concetti fondamentali del nostro successo. Il giorno più bello? Sicuramente il primo scudetto ha un sapore particolare, arrivato quasi inaspettato quando i pronostici non erano quelli di vincere subito. Ha ripagato l'ambiente del grande lavoro. Il più brutto forse l'eliminazione di Poznan il primo anno. Quello è forse il momento più negativo della nostra gestione. La Juve per me è tutto, mi sento a casa, ho trovato un habitat congeniale ai miei valori e persone di grande caratura umana».

PARATICI: A MAROTTA DEVO TUTTO - «Non parlo mai perché gli interpreti sono giocatori, tecnico, presidente. Ognuno interpreta il proprio ruolo a seconda del carattere che ha, io sono molto riservato e questo mi fa lavorare bene dietro le quinte. Il mio ruolo? Coordino prima squadra, settore giovanile e scouting, cercando di costruire la squadra ed accrescere la società. Marotta? L'uomo prima del dirigente, a cui devo gran parte di quello che sono. Credo che mi abbia scelto come persona, un giorno dopo la fine della mia esperienza come calciatore. Avevo voglia ma nessuna esperienza: mi ha formato, ho cercato di rubargli tutto quel che era possibile dal punto di vista lavorativo. Se mi sono creato questa figura, è merito suo. Cosa cerco in un giocatore? Prendo le informazioni dallo scouting, che lavora tanto, io sono la punta dell'iceberg. Dopo i requisiti tecnici e tattici e fisici, prendiamo informazioni su dove è cresciuto, sull'entourage, sulla famiglia, arrivando poi alla decisione finale con Marotta, Nedved ed Allegri. Il giorno più brutto? Il pomeriggio di Istanbul ed alcuni giorni della gestione iniziale, dove abbiamo però creato il nostro percorso qui. Il più bello? Trieste, il primo scudetto. La Juventus? Sono orgoglioso di essere riuscito in piccola parte ad aver scritto la storia di questa grande società».


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