Bojan Krkic: Che Roma con Bacca e Begovic

L'ex attaccante giallorosso: "Sarebbero due grandi colpi per sfidare la Juve, che non è così lontana. Iago Falque invece va verificato"
Bojan Krkic: Che Roma con Bacca e Begovic
Roberto Maida
6 min


Sfreccia, a Barcellona. «Sto guidando, se cade la linea la richiamo». Bojan Krkic corre in macchina e non solo. Ormai ha superato la fase critica della convalescenza, dopo la rottura di un legamento crociato, e lavora molte ore al giorno con i fisioterapisti e i preparatori di fiducia per tornare a giocare. A 25 anni sa di non aver ancora dato il meglio, dopo le premesse e le promesse da novello Messi di età adolescenziale. Ma si è rimesso in gioco in Inghilterra, con lo Stoke City, convinto di poter recuperare il tempo perduto. Intanto ricorda con una certa nostalgia, tra un rimpianto e una frecciata, l’esperienza italiana. Curioso il suo biennio in serie A: è stato allenato prima da Luis Enrique e poi da Allegri, i due finalisti di Champions League di quest’anno.

Come procede, Bojan?

«Sto meglio, sono passati quattro mesi e mezzo dall’infortunio al ginocchio. Ora sto potenziando il tono muscolare, spero di rientrare in tempo per l’inizio della stagione».

Com’è la vita a Stoke, nella provincia inglese?

«Mi trovo bene. Prima dell’incidente giocavo con continuità in un campionato competitivo, quello inglese. E grazie a Mark Hughes, finalmente venivo utilizzato nel mio ruolo. Non come in Italia».

Cosa intende dire?

«Io sono un centravanti. O al limite un trequartista dietro alla punta. Non certo un esterno. Invece con Roma e Milan mi è capitato di giocare solo sulle fasce. Posso farlo, l’ho fatto, ma non è la stessa cosa».

Luis Enrique veniva dal Barcellona come lei. Come poteva non sapere come sfruttare il suo talento?

«Evidentemente non mi conosceva abbastanza».

Quindi non ha una buona opinione di Luis Enrique.

«Guardi, non vorrei dire nulla. Abbiamo vissuto un anno complicato insieme a Roma. Ora però Luis ha vinto la Champions League con il Barcellona, quindi preferisco non parlarne».

Eppure, quando Luis Enrique ha lasciato la Roma, è andato via anche Bojan.

«Mi è dispiaciuto tantissimo. Ma non rientravo nei piani dell’allenatore (Zeman, che non nomina, ndr). E c’è stato qualche problema con il direttore».

Sabatini?

«No, Baldini. Un giorno mi diceva di restare, un giorno che forse sarei stato ceduto. Mi ha preso un po’... mi ha mancato di rispetto, ecco».

E così nelle battute finali del mercato è finito al Milan.

«Beh, visto il momento ho accettato quando è capitata l’occasione. Il Milan è sempre il Milan. Ma sono grato alla Roma, la prima società che mi ha aperto le porte dopo il Barcellona. Peccato che le nostre strade si siano divise».

Non penserà anche lei che la colpa sia di Totti, da molti accusato di mangiare i centravanti?

«Tutt’altro. Quando giochi con lui sei tu a doverti adattare, non il contrario: Totti è un fenomeno. E soprattutto non è un ostacolo. Piuttosto è un aiuto per gli altri centravanti».

Adesso la Roma è interessata a Begovic, suo compagno nello Stoke City.

«Un buon portiere. Ha esperienza e personalità. Non so niente della trattativa ma se lo prendono non sbagliano».

Intanto hanno agganciato Iago Falque, che con Bojan ha vinto un Mondiale Under 17.

«Giocatore interessante, lo conosco bene. Ha fatto una grande stagione nel Genoa. Vedremo però se saprà affermarsi a Roma. Non è facile, le pressioni sono tante».

E di Bacca, che gioca in Spagna, che opinione ha?

«Un ottimo attaccante. Lo consiglio alla Roma. E’ forte».

La Roma di Garcia è così lontana dalla Juventus?

«Per me no. Anzi, ero convinto che quest’anno avrebbe vinto lo scudetto. Poi qualcosa dev’essere andato storto. Ma il prossimo anno si ricomincia».

La Juve ha preso Mandzukic, Dybala e Khedira...

«Ma perderà Tevez e forse Pirlo. Non vedo tutta questa differenza».

Anche di Allegri ha un’opinione negativa? E’ stato il suo allenatore al Milan.

«No, Allegri è un bravo tecnico. Non a caso ha vinto lo scudetto con due squadre diverse. E ha fatto un lavoro straordinario portando la Juventus in finale di Champions».

Perché anche al Milan ha faticato a imporsi, Bojan?

«Nei primi sei mesi giocavo tanto e andava tutto bene. Poi è arrivato Mario e ha fatto cose eccezionali».

Balotelli, che ora si è perso dove lei si è ritrovato: in Inghilterra.

«Ma la sua carriera non è finita. Ha 25 anni come me, una spiccata personalità, ha tempo per recuperare».

Il Milan sembra avere ritrovato forza economica con i nuovi investitori.

«Ne sono molto felice. Il Milan deve lottare sempre per lo scudetto ed essere presente in Europa. La Champions League senza il Milan non è lo stesso torneo».

Bojan che obiettivi ha?

«Giocare al calcio e divertirmi. Dove sarà possibile, darò tutto per crescere come professionista e come uomo. Conosco le mie qualità e ho fiducia in me stesso».

Perché neppure all’Ajax ha funzionato?

«Non è andata male in Olanda. Ma lì ero ancora in prestito dal Barcellona. Per confermarmi avrebbero dovuto spendere dei soldi e all’Ajax non lo fanno. Loro investono per rivendere».

Tornerebbe in Italia?

«Sono stato bene da voi. Quindi certo, perché no? Ma solo in una squadra che mi faccia giocare nel mio ruolo...».


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