Gran bazar Atletico Madrid

Completamente smantellata la rosa colchonera, che l’anno scorso si aggiudicò la Liga e raggiunse la finale di Champions League. Con Arda Turan sono già 17 i calciatori che dal giorno del trionfo del Camp Nou hanno cambiato maglia
Gran bazar Atletico Madrid© AP
Andrea De Pauli
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MADRID (SPAGNA) - 17 maggio 2014: l’Atletico Madrid impone il pari ai rivali diretti del Barça, al Camp Nou, e, proprio all’ultima di campionato, può finalmente festeggiare una Liga attesa 18 anni. Sono passati quattordici mesi scarsi da quel giorno e poco o nulla di quella rosa è rimasta a disposizione di Diego Pablo Simeone, l’unica vera costante del progetto colchonero. 

I REDUCI - Una decina di giorni fa, il Cholo è stato più che esplicito. “Gli unici incedibili dell’Atletico sono Godin, Koke e pochi altri”. Basta dare una sbirciata alla rosa biancorossa dell’irripetibile stagione 2013/14 e a quella attuale per comprendere che il tecnico argentino diceva sul serio. Con l’adios di Arda Turan, che salvo colpi di scena dovrebbe sottoscrivere un quinquennale proprio con il Barça nelle prossime ore, sono ben 17 su 25 i giocatori che hanno abbandonato la cittadella sportiva di Majadahonda dal giorno del trionfo nella cattedrale blaugrana. Per ora, alla base, oltre agli intoccabili Godin e Koke, sono rimasti solo José Maria Gimenez, Raul Garcia, Gabi, Juanfran, Tiago, che se n’era andato in realtà al Chelsea, salvo cambiare subito idea e tornare sui suoi passi, per finire con Mario Suarez, che da tempo flirta con l’Inter e, comunque andrà a finire con i nerazzurri, sembra deciso a cercare fortuna in nuovi lidi. Tra le partenze celebri seguite immediatamente allo scudetto, quella del terzetto arruolato da Mourinho, formato da Diego Costa, Filipe Luis e Courtois, che hanno subito replicato il titolo anche con i blues.

 

NON SOLO CASSA - Quest’ultima operazione ha fruttato alle casse dell’Atletico appena, si fa per dire, 58 milioni: i 38 dell’attaccante ispano-brasiliano, più i 20 del laterale verdeoro. Il cartellino del portiere belga, infatti, era già in possesso dei londinesi, che avevano spedito il ragazzo in Spagna, a farsi le ossa, in attesa della prevista staffetta con il mostro sacro Cech. A studiarsi le cifre, si scopre, così, che la scorsa finestra di mercato estiva si è chiusa con un passivo di 30 milioni di euro per i madrileni, che approfittando anche degli introiti garantiti dai premi per il raggiungimento della finale di Champions, poi ceduta ai cugini del Real, si sono dati alle spese pazze, assicurandosi le giocate di calciatori del calibro di Griezmann, Mandzukic e Oblak, solo per citare i tre più costosi, pagati un totale di 68 milioni, sui 117,60 esborsati tra gli scorsi luglio e agosto.

 

DI PASSAGGIO - Altri dodici mesi e Mario Mandzukic già se ne va alla Juve, in cambio di 19 milioni, a conferma della politica metamorfica del club, che ha salutato nel frattempo anche la colonna difensiva Miranda, prelevato dall’Inter, che oltre ad accollarsi un prestito oneroso da 3 milioni, si impegna a riscattare il centrale al termine del prossimo campionato, per altri 9 milioni. In entrata, già raggiunti gli accordi con Jackson Martinez, strappato al Porto (e al Milan), attraverso il pagamento dei 35 milioni della clausola rescissoria, Luciano Vietto, 20 milioni al Villarreal, e Rodrigo Caio, che il San Paolo, alla fine, ha deciso di prestare ai madrileni e non al Valencia, che già si pregustava l’arrivo del centrocampista. Simeone, però, non è ancora soddisfatto e aspetta, oltre al chiodo fisso Callejon, almeno uno tra Nico Gaitan del Benfica ed Evgen Konoplyanka, libero di scegliersi il suo destino dopo essersi svincolato dal Dnipro. Non sarebbero sgraditi, poi, i clamorosi ritorni di Thiago Motta e Filipe Luis. Si scopre, così, che l’unico vero insostituibile, al Vicente Calderon, è proprio Simeone, che non a caso, lo scorso marzo, ha prolungato la relazione con il club fino al 30 giugno del 2020.

@andydepauli


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