Barcellona, Pedro ormai è un caso

Dopo aver risolto la finale di Supercoppa europea, realizzando il gol partita allo scadere dei supplementari, l’attaccante del Barça si scaglia contro la società, che lo spinge verso il Manchester United. Nelle prossime ore la decisione definitiva.
Andrea De Pauli
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BARCELLONA (SPAGNA) - Fuochi d’artificio in campo, terremoto nello spogliatoio. All’indomani del pirotecnico 5-4 sul Siviglia, che ha regalato al Barça la Supercoppa europea, continuano a far discutere le taglienti dichiarazioni dell’uomo partita Pedro, autore della rete decisiva al 10’ del secondo tempo supplementare. Orgoglio e rabbia nelle parole dell’attaccante canario, soprattutto nei confronti del nuovo segretario generale del club, Robert Fernandez, che a pochi minuti dal fischio d’inizio della finale aveva confidato alla stampa che il giocatore gli aveva espresso la volontà di abbandonare il club blaugrana. “Sono state delle dichiarazioni a dir poco sfortunate”, il commento secco del calciatore, che dopo aver festeggiato con foga il gol partita, si è appartato di qualche metro dai compagni ai momenti della consegna del premio da parte di Michel Platini, salvo, poi, riunirsi al gruppo su affettuosa richiesta del saggio dirigente accompagnatore Carles Naval. “Ho scambiato appena due parole con Fernandez, mentre ho parlato molto più diffusamente con gli altri dirigenti e con Luis Enrique. Non ha la minima idea di tutto quello che ho vissuto in questa società per parlare di me in questo modo e non capisco le motivazioni che lo spingono a porgersi così. Non mi sono mai espresso nei termini che lui riferisce. Gente così farebbe meglio a tacere”.

VOGLIA DI RESTARE - Oltre alla spericolata uscita del nuovo uomo mercato del club, a mandare su tutte le furie Pedrito, che aveva deciso anche la finale di Supercoppa europea del 2009, segnando sempre al 10’ del secondo tempo supplementare contro lo Shakhtar Donetsk, la scelta di Luis Enrique di spedirlo in panchina per l’ennesima volta. “Sentivo molta rabbia. Credevo di essere schierato dall’inizio, anche perché mancava Neymar, invece il Mister mi ha preferito Rafinha. Proprio lo scarso impiego è il vero motivo che sta facendo riflettere Pedro sull’opportunità di cambiare aria, anche se alla domanda secca sulle sue intenzioni, la risposta è a dir poco esplicita. “No, non voglio andarmene, anche se la situazione è molto complicata. Non è una questione di denaro, come è stato scritto, mancandomi anche in questo caso di rispetto. È una questione di continuità, di minuti in campo. Io sono ambizioso e vorrei giocare sempre. Comunque vada a finire, posso tenere la testa alta, perché ho sempre dato tutto”.

DIBATTITO APERTO - Se il club, in qualche modo, sembra spingere il giocatore a cambiare aria, anche per intascare i 30 milioni promessi dal Manchester United, lo spogliatoio spinge per la permanenza del prezioso esterno offensivo, ad iniziare da Luis Enrique. “Due giorni fa Pedro ha lasciato l’allenamento per un fastidio all’adduttore”, la spiegazione di Lucho alla scelta di far partire per l’ennesima volta l’attaccante tra le riserve. “Mi sono già espresso più volte sulla questione. Sapete che mi farebbe moltissimo piacere che restasse. Abbiamo bisogno di tutti”. Sulla questione, particolare non di poco conto, ha voluto dire la sua anche Messi. “Pedro si merita tutti gli elogi. Sono felice che sia stato proprio lui a decidere la partita, per tutto quello che ha dato e continua a dare al club. Spero che rimanga con noi, anche se solo lui può stabilire cosa sia meglio per la sua vita”. L’incrocio di dichiarazioni ha provocato, a fine partita, un’improvvisata riunione su una delle due panchine del Boris Paichadze di Tblilisi, a cui hanno partecipato il presidente Bartomeu, il segretario tecnico Robert Fernandez e il direttore delle comunicazioni del Barça Albert Montagut. Urge stabilire una comune strategia di comunicazione con la stampa, urge decidere che sarà di Pedro in tempi brevi. La squadra è con lui e, nel giro dei prossimi sette giorni c’è da conquistare la Supercoppa di Spagna, nella doppia sfida con l’Athletic Bilbao, quinta tessera dello straordinario Sextete che potrebbe essere completato per la seconda volta, dopo l’exploit del Pep-team del 2009, aggiudicandosi il Mondiale per Club giapponese che si disputerà a dicembre.

@andydepauli

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