Calciomercato Roma, Capello: «Allenarla? Mai dire mai»

L'ex ct della Russia: «Quando abbiamo vinto lo scudetto ho lottato per sei mesi l'anno dopo, per sottolineare che dovevamo pensare a quello dell'anno successivo»
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ROMA - «Tornare alla Roma? mai dire mai». Fabio Capello, l'allenatore dell'ultimo scudetto romanista risponde così a chi gli chiede se sia possibile un suo ritorno sulla panchina giallorossa. Di sicuro il tecnico friulano non andrà al posto di Antonio Conte, se questi dovesse lasciare la nazionale azzurra: «non accetterò mai, di nazionali ne ho avuto abbastanza, grazie».

LA ROMA - Intervenuto al programma 'Radio anch'io lo sport', Capello ha detto «oggi sono bello rilassato, mi godo questo periodo dopo aver lasciato la guida della nazionale russa». All'inizio del campionato la Roma «era una delle favorite in assoluto per lo scudetto, con una rosa più competitiva che mai, è partita bene, poi si è persa un po'.

L'ambiente -ha aggiunto Capello- è un po' difficile, ti ammalia, ti avvolge e ti addormenta. Quando abbiamo vinto lo scudetto ho lottato per sei mesi l'anno dopo, per sottolineare che dovevamo pensare a quello dell'anno successivo, invece era tutta un'euforia, una festa continua. Roma è una città meravigliosa, dove tutto è bellissimo. Devi estraniarti da questa bellezza e vivere il lavoro duramente».

ALLENATORI ITALIANI - Fabio Capello è convinto che gli allenatori italiani siano «i migliori sulla piazza». L'allenatore che ha da poco lasciato la panchina della Nazionale russa, ha sottolineato che i tecnici italiani «sicuramente sono i più attenti a vedere ciò che succede in giro per il mondo, e a preparare le partite in modo adeguato rispetto all'avversario. Noi italiani - ha aggiunto il tecnico friulano - cerchiamo sempre di imporre la nostra filosofia di gioco, cosa che molti non fanno».

MILAN - Rispondendo a una domanda sulla situazione del Milan, di cui è stato per anni giocatore e allenatore, Capello ha detto di vedere la squadra «titubante; si dà da fare, corre, cerca la strada, ma non l'ha ancora trovata. Non ha grandissima qualità - sottolinea Capello - lo si vede nelle partite. Va a strappi, a momenti, non riesce a imporre quel gioco che invece l'allenatore vede in allenamento, dove c'è meno tensione e quindi i giocatori sono più liberi di provare».


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