© Inter via Getty ImagesMILANO - Otto gare per convincere l’Inter. Sono quelle restano a Ljajic per trasformare il suo passaggio in nerazzurro da temporaneo a definitivo. La questione, infatti, è ancora aperta, sia per ragioni economiche sia per ragioni tecniche. Del resto, se Mancini non credesse più in lui lo avrebbe già messo ai margini. Invece, il serbo ha giocato da titolare in tutte le ultime 4 uscite, Coppa Italia compresa: quelle, per intendersi, in cui l’Inter ha ripreso a macinare punti e pure gioco. Insomma, la considerazione nei suoi confronti è ben diversa rispetto a quella per Jovetic, che, fino all’ultimo infortunio muscolare, aveva messo insieme solo 2' in 4 partite e il cui addio è già certo, anche se diventerà formalmente nerazzurro solo nel 2017.
NIENTE SCONTI. La scadenza per esercitare il riscatto è la metà di giugno. Tuttavia, nelle scorse settimane, l’Inter aveva già provato a sondare con la Roma la possibilità di uno sconto rispetto agli 11,5 milioni fissati negli accordi. Ma la risposta è stata negativa. E senza particolari margini di manovra. In sostanza, il club giallorosso pretende l’intera cifra, anche a costo di riprendersi Ljajic per poi dovergli trovare una nuova sistemazione. Ecco perché il serbo dovrà guadagnarsi la conferma, dimostrando di poter essere sempre quello di novembre e dicembre, o dell’ultimo mese, e non quello di gennaio e febbraio. Al di là del calo generale della squadra, proprio in quelle settimane, come peraltro ha fatto capire Mancini, Ljajic aveva allentato la concentrazione, allenandosi male. E quando le gambe non girano, il talento non basta.
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