Calciomercato Milan, a Pechino dicono «quasi fatta» e Berlusconi resta

«Chiusura possibile 20 giugno». All'attuale presidente verrà lasciata una carica onoraria
Calciomercato Milan, a Pechino dicono «quasi fatta» e Berlusconi resta© LaPresse
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PECHINO (CINA) - Forse stavolta ci siamo: il Milan potrebbe davvero cambiare proprietà dopo 30 anni. A dar forza all'"operazione Cina" che va avanti da mesi sono stavolta due mezze conferme che arrivano dai media asiatici e dal diretto interessato. La "cordata cinese" è a un passo dalla conquista del Milan, con l'acquisto di una prima quota del 70% e della parte residua in due-tre anni durante i quali Silvio Berlusconi manterrebbe ancora la presidenza, scrive oggi il 'China Daily' che in una corrispondenza da Londra cita una fonte anonima vicina all'operazione.

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NEGOZIATO AD UNA SVOLTA - Malgrado l'ultima parola spetti sempre all'ex premier, il negoziato sarebbe davvero adesso arrivato ad una svolta, con la discussione su gestione del club e struttura finanziaria, nonchè sull'acquisto della parte residua. Una mezza conferma arriva da Silvio Berlusconi che, tramite Mediaset Premium, ha fatto sapere che con i cinesi alla guida del Milan, lui può restare come presidente onorario: "I cinesi - le sue parole - vogliono che io rimanga presidente per altri tre anni e io ho dato il mio benestare. Stiamo lavorando su questo, se troveremo l'accordo poi come ultimo compito dopo una gestione trentennale avrò quello di trovare il giusto successore per il Milan. Io presidente onorario? Sì, tenuto conto che conta la persona e come tale anche da presidente onorario si possono indirizzare scelte e decisioni". I media cinesi si spingono addirittura a pronosticare un timing: "Se tutto fila come previsto, l'intesa finale sarà raggiunta entro il 15-20 giugno", ha detto la fonte, aggiungendo che la parte italiana vuole sapere "esattamente chi comprerà il Milan e quanti imprenditori ci sono nel consorzio" e le quote che nel dettaglio saranno riconducibili a ognuno di loro. Ancora sconosciuto il controvalore dell'operazione anche se il quotidiano cinese - che per la prima volta tratta la vicenda in via autonoma e non riprendendola dai media stranieri - cita i 700 milioni di euro riportati dalla stampa italiana.


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