Calciomercato Milan, per l'affare coi cinesi c’è l’ultimo nodo

Berlusconi insiste: vuole conoscere anche il piano industriale prima di firmare l’accordo
Calciomercato Milan, per l'affare coi cinesi c’è l’ultimo nodo© LaPresse
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MILANO - Un miliardo di euro, anzi quasi uno e mezzo, considerando anche quanto è stato stanziato per riammodernare San Siro o realizzare un nuovo stadio, ancora non è sufficiente. Silvio Berlusconi, infatti, pretende di più. Un’altra settimana è passata nella trattativa tra Fininvest e il consorzio cinese che vuole acquisire la maggioranza del club rossonero. E si è trattato anche di una tappa significativa nell’intera vicenda, visto che Nicolas Gancikoff, l’uomo di fiducia dell’advisor Sal Galatioto e possibile nuovo amministratore delelegato del Milan, ha comunicato quanto denaro gli investitori cinesi, che allo scopo costituiranno un fondo, sono pronti a versare per l’acquisto della maggioranza, per il potenziamento della squadra, per l’espansione commerciale in Asia e, come premesso, per lo stadio. Ebbene, nell’immediato i riscontri sono stati positivi, perché Berlusconi, che aveva anche l’occasione di stoppare tutto senza pagare alcuna penale, ha dato il via libera alla prosecuzione della trattativa. Tra l’altro, avendo ancora solo quadro parziale e non definitivo delle identità e dei profili di tutti gli investitori. Poi, però, trascorsi alcuni giorni, probabilmente, qualcosa è successo.

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PIANO INDUSTRIALE - Evidentemente conoscere la “potenza di fuoco” di coloro che ambiscono a diventare i nuovi proprietari del Milan non basta. Berlusconi vuole conoscere anche il piano industriale. Quindi, pretende di vedere messo per iscritto come il consorzio intende riportare il Diavolo agli antichi fasti, restituendolo all’antica grandezza, in campo, ma anche fuori. Nel senso che il risultato dovrà essere una squadra forte e insieme una società solida e ricca. In parallelo, c’è anche il capitolo della governance, altro aspetto che sta molto a cuore al patron rossonero. Il consorzio vuole che resti nei quadri del club come presidente onorario, probabilmente per altri 2-3 anni, ovvero il tempo necessario perché l’ex-premier ceda anche il restante 70%. Solo che il desiderio di Berlusconi è quello di non trasformarsi in una semplice figura di rappresentanza, ma di avere ancora una certa influenza nelle questioni più importanti. È vero che nel nuovo Consiglio di Amministrazione ci sarebbe un posto anche per la figlia Barbara (e pure, quando sembra, per Galatioto), ma siamo sempre allo stesso punto: Berlusconi vuole di più.

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