Neymar-Paris Saint Germain, i retroscena di un affare sfumato

L'edizione odierna dell'Equipe svela i perché del mancato lieto fine del trasferimento dell'asso brasiliano all'ombra della Torre Eiffel. A dir poco oscene le pretese del clan del paulista.
Neymar-Paris Saint Germain, i retroscena di un affare sfumato© EPA
Andrea De Pauli
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BARCELLONA (SPAGNA) - Solo venerdì scorso ha firmato il rinnovo che lo legherà al Barcellona fino al 30 giugno del 2021, con clausola rescissoria ascendente, che arriverà fino ai 250 milioni nel corso dell’ultimo triennio in blaugrana, ma la scorsa estate Neymar è stato davvero a un passo dal trasferimento record al Paris Saint Germain. La storia è ormai nota da tempo, specie per la loquacità del procuratore brasiliano Wagner Ribeiro, assai prossimo al clan Neymar. Quel che non si sapeva, invece, erano i motivi per cui il PSG, alla fine si sia ritirato, nonostante le pressoché infinite risorse economiche del club. A svelare i dettagli del mancato colpo del secolo, l’Equipe, che oggi sbatte in copertina “L’histoire secrète” con tutti i retroscena.

ESAGERATI - Dalla ricostruzione del quotidiano francese emerge come il presidente del club parigino Nasser Al-Khelaifi, determinato a trovare prontamente un degno sostituto al carismatico Zlatan Ibrahimovic, nel corso di una riunione a San Paolo con papà Neymar e l’onnipresente Wagner Ribeiro, oltre alla disponibilità di accollarsi i 190 milioni di clausola rescissoria previsti allora per liberare il Mohicano dai vincoli contrattuali con il club catalano, si fosse mostrato disponibile anche sborsare uno stipendio “osceno” (sarebbe la definizione dello stesso numero uno del PSG) da 40 milioni l’anno, oltre a un jet privato sempre disponibile e una catena di hotel con il nome del ex Santos. La negoziazione, però, sarebbe saltata nel momento in cui Neymar Senior si è impuntato su un’ultima condizione, ovvero che lo stesso PSG si prendesse carico della multa da 45 milioni inflitta al suo rampollo dalla giustizia brasiliana per evasione fiscale e frode, originata dal trasferimento farlocco di una significativa parte di guadagni degli esercizi 2011, 2012 e 2013 a imprese satellite costituite con lo scopo di dribblare l’erario del suo Paese. Troppo anche per i nababbi del Qatar e Ney ha finito per non muoversi ed accettare la proposta decisamente al ribasso del Barça, che di qui in avanti gli garantisce solo, si fa per dire, 15 milioni netti a stagione.

@andydepauli

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