Calciomercato, il Barcellona lancia il bonus "zitto e gioca"

La nuova formula segreta nei contratti tra club e giocatori lascia spazio alla fantasia
Calciomercato, il Barcellona lancia il bonus "zitto e gioca"© Getty Images
Ettore Intorcia
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BARCELLONA - I bonus sono parte integrante di qualunque trattativa anche tra club e calciatori. E l’idea di uno stipendio “indicizzato” al rendimento dell’atleta, se all’inizio poteva servire per avvicinare top player internazionali (la Juventus è stata pioniera in questo), ora è una prassi consolidata per tutti i contratti. Del resto, in Italia come all’estero, al di là dei moduli tipo, è concessa una certa autonomia per allegare al contratto base un’ampia serie di scritture aggiuntive per disciplinare, ad esempio, la materia dei diritti d’immagine. A Barcellona sono sicuramente più fantasiosi: nel primo contratto di Neymar, ad esempio, c’è un bonus da 100 mila euro, che il club riconosce un po’ a tutti i calciatori, che potremmo ribattezzare clausola “zitto e gioca”. Sostanzialmente: il calciatore accetta le scelte del mister su allenamenti, convocazioni e disposizioni tattiche, a fronte di un piccolo extra. Veramente minuscolo rispetto agli altri bonus di Neymar che si sommano al primo stipendio base da 5 milioni di euro: oltre al bonus alla firma una tantum da 8,5 milioni, il brasiliano avrebbe guadagnato successivamente un milione extra giocando il 60% delle partite (per almeno 45 minuti) e fino a 1,7 milioni ulteriori con il Triplete. E’ solo uno degli esempi eclatanti svelati da Football Leaks, ma rende l’idea di come sia possibile strutturare una busta paga, legando la parte variabile a obiettivi di squadra e individuali (i gol, le presenze, gli assist). Sulla parte variabile non ci sono sgravi fiscali (in Italia erano stati sperimentati per tutti i lavoratori dipendenti, ma per redditi ben più bassi) ma club e calciatore accettano di scommettere reciprocamente sul buon andamento della stagione. Tecnicamente, lo ricordiamo, per il Fisco anche i diritti d’immagine costituiscono una voce della retribuzione e sono tassati in quanto tale. C’è una sola limitazione: se la parte fissa non supera i 400 mila euro lordi, i bonus non possono a loro volta superare i 400 mila euro (100%). Oltre quella soglia, ampia libertà.


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