© ANSAMIAMI - Il sinistro magico fuori d’un soffio, la punizione velenosa intercettata, il tunnel beffardo, il triangolo che arma Higuain: bagliori di classe, quelli di Paulo Dybala, che scaldano la gente bianconera, prima che le sue parole allunghino un filo d’inquietudine. Le parole non dette, in verità: rassicurazioni o promesse sospese. Se si tratti di casualità o furbizia non è chiaro, certo è che nella notte dell’Hard Rock Stadium di Miami, dopo la bella vittoria contro il Psg, il gioiello di Laguna Larga dribbla le domande sul futuro come fa con gli avversari quando punta l’area: lo stuzzicano sul Barcellona, che lo corteggia per il dopo Neymar, e l’invitano a tranquillizzare i tifosi della Juve, basterebbe un impegno, un attestato di fedeltà, e invece arrivano soltanto una risposta diplomatica e un sorriso. Perché Paulo non dice mai, esplicitamente, “resto”, giura di essere felice però non si sbilancia. E rimanda alla società ogni discorso sul domani.
ASSEDIO - Dybala commenta positivamente la gara («Bella e soprattutto utile per migliorare la condizione e conoscere i nuovi compagni»), poi affronta sibillino le domande più scivolose: «L’interesse del Barcellona? Ci sono tante voci, bisogna vedere se hanno un fondamento. Ovviamente fa piacere, significa che fai bene». Fin qui, tutto nella norma. Ma ecco l’intrigo [...]
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