L'ARRIVO DI MAROTTA - Al fianco del ds ora c'è Marotta: «Non mi dà fastidio a livello di lavoro perché in realtà non è mai cambiato nulla per me. E anche adesso, già dopo i primi confronti con Marotta -c’è stima reciproca da tantissimi anni- e comunque lui è l’amministratore delegato. L’unica cosa è che, a differenza degli altri nel passato, lui ha una conoscenza diversa dell’area sportiva e io cercherò di beneficiare di questo. I rapporti con la Cina? I primi tre, quattro mesi sono stati un po’ difficili perché era tutto nuovo, per noi ma anche per loro. Ma hanno una grandissima capacità di assorbire le cose, imparando e facendo subito bene. In tre, quattro mesi era cambiato tutto: fortunatamente ad ottobre mi sono ritrovato ad avere un Presidente come Steven Zhang, da subito operativo a Milano, decisionista e che ha fatto da tramite tra noi e la Cina, la proprietà che di fatto era lontana in tante cose, a partire dal fuso orario per fare un esempio, non lontana, invece, in quello che era il sostegno, la vicinanza e il supporto. Mandare Zhang a stare tutti i giorni con noi a vivere la quotidianità è stata una scelta che in pochissimi mesi ha portato l’Inter ad essere strutturata come è oggi. Suning è ambiziosa e vuole una Inter che torni a vincere, non si accontenti di essere seconda o terza o quarta. Però per arrivare a vincere e soprattutto durare nel tempo devi creare delle basi, delle fondamenta. Non puoi pensare di essere una grande squadra perché vai sul mercato e compri i migliori calciatori».