Fiorentina, Palladino e i suoi tre padri: Gasperini, Juric e Galliani

Gli incontri fondamentali che hanno segnato la carriera del tecnico del Monza, scelto dalla Viola come erede designato di Italiano
Ettore Intorcia
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Marzo 2019, primavera appena iniziata e ultimi giorni utili per trovare una nuova squadra, da svincolato. «Vado al Monza, c’è un bel progetto, quando smetterò di giocare mi faranno iniziare ad allenare nel settore giovanile», confida Raffaele Palladino (finito nel mirino della Fiorentina), ancora in cerca di un’occasione per rimettersi in gioco ma proiettato sul futuro, con le idee chiare: da grande vuole fare l’allenatore. Il Monza è ancora in Serie C ma è già di proprietà di Berlusconi. E al timone c’è Adriano Galliani, a tutti gli effetti il suo terzo padre calcistico. Lo convince a scegliere il Monza, mantiene la promessa e gli affida un primo incarico nel vivaio. E poi ha l’intuizione di farlo accomodare direttamente sulla panchina dei grandi, per difendere la Serie A. Sfida accettata e vinta.

Palladino 'allevato' da Gasperini e Juric

Nel senso più calcistico, il tecnico di Mugnano di Napoli è innanzitutto un figlio del Gasp. Lo incontra nel 2002, quando il tecnico oggi all’Atalanta allenava nel settore giovanile della Juve, a Vinovo: Palladino entra in Primavera dopo aver già esordito e segnato tra i professionisti (col Benevento in C1) e con Gasperini completa il suo percorso di crescita atletica e tecnica, arricchisce il suo bagaglio tattico, si prepara insomma a lasciare il nido per andare in prestito e poi tornare alla base per riportare la Juve in A. Le loro strade si incrociano di nuovo al Genoa, nel primo Genoa del tecnico di Grugliasco. In quella squadra a centrocampo c’è anche Ivan Juric, un altro figlio di Gasp. Raffaele lo avrà accanto come compagno di squadra e poi come allenatore, a Crotone. Palladino che si ispira a Juric che si ispira a Gasp: una sequenza tattica che si avvita intorno a un dogma, la difesa a tre, ma che poi segue sviluppi più o meno personali. Palladino ha ridisegnato il triangolo avanzato in tutte le sue forme: linea a tre, due punte e un trequartista, due fantasisti dietro un centravanti.

Lippi, Donadoni e Deschamps: le 'contaminazioni' di Palladino

Oltre Gasp-Juric c’è dell’altro. Da calciatore il tecnico del Monza aveva un bel feeling con Donadoni, suo allenatore a Livorno e ct dei suoi giorni con indosso l’azzurro della Nazionale maggiore. Palladino ha lavorato con due futuri ct campioni del mondo: Marcello Lippi, che alla Juve lo fece debuttare in prima squadra, e Didier Deschamps, tecnico bianconero nell’anno della risalita in Serie A. Nel calcio come nell’arte, nessuno può a fare a meno delle contaminazioni. Dai vecchi appunti presi quando si allenava con Lippi, chissà, Palladino deve aver trovato l’idea di cambiare tutto e virare sul 4-2-3-1 nel finale di stagione, a partire dalla sfida con il Milan, stravinta 4-2. Segno che vive di idee, non di dogmi.


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