Il piano di Giuntoli per rifondare la Juve: non solo Koopmeiners

Prima di nuovi calciatori la società dovrà individuare a chi affidare il post-Allegri. Intanto Rabiot e Vlahovic potrebbero essere ai saluti
Il piano di Giuntoli per rifondare la Juve: non solo Koopmeiners© LAPRESSE
Alberto Polverosi
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Rincorsa all’Inter, SuperChampions, Mondiale per club: con la squadra di oggi, con l’organico di oggi, la prossima stagione della Juventus rischierebbe di trasformarsi in una delusione. Se il 2024 si conclude con il terzo posto e con la vittoria della Coppa Italia, alla Continassa possono essere soddisfatti. Potrebbero essere di meno i punti che dividono i bianconeri dai futuri campioni d’Italia, ma la distanza è comunque netta e per ridurla, visto come si sta già muovendo l’Inter (già presi Taremi e Zienlinski), il lavoro di Giuntoli sarà durissimo. 

La chiarezza prima di tutto: il post Allegri 

Ma prima dei giocatori la Juve deve individuare la sua linea strategica, deve stabilire le sue reali ambizioni e soprattutto deve fare chiarezza. A chi affidare il nuovo corso tecnico? Dalle ultime parole di Elkann è chiaro che la storia con l’Allegri-bis è arrivata in fondo. Il futuro non prevede la presenza del tecnico livornese e allora va individuata quanto meno la figura del nuovo allenatore. È un amante della tecnica? Se sì, il centrocampo attuale va quasi tutto rifatto, vanno cercati esterni di qualità e difensori capaci di impostare il gioco da dietro, tipo Stones. O invece è un allenatore che predilige la forza d’urto, la pressione e, come si dice da un po’ di tempo, la riaggressione? Uno alla Klopp, insomma. Allora servono mezze ali che spingono e recuperano, alla Barella tanto per fare un altro esempio.  

La storia della Juve e la voglia di vittorie

Torniamo però al primo punto: può la Juve puntare davvero allo scudetto? Può individuare fra i suoi obiettivi una lunga permanenza nella nuova Champions e nel Mondiale per club? In definitiva: può tornare la Juve che il mondo conosce? Per restituirle la grandezza di un tempo c’è bisogno di un mercato sfarzoso che le risorse attuali non garantiscono. A Berlino, nella finale di Champions contro il Barcellona, il centrocampo della Juventus era formato da Pirlo, Marchisio, Vidal e Pogba. Per tornare a quella categoria, il centrocampo della Juve di oggi va rifondato. La squadra ha bisogno di aumentare lo spessore per migliorare il gioco, non proprio incantevole in questa stagione. Koopmeiners sarebbe una soluzione eccellente, ma l’Atalanta non regala i suoi giocatori e se per arrivare all’olandese la Juve deve cedere uno dei suoi pezzi migliori, la situazione cambia poco. Si alzerebbe il tasso tecnico anche con un trequartista tipo Gudmundsson, però nemmeno il Genoa fa sconti. 

La rosa e le scelte sul mercato

Va bene Szczesny e va bene Bremer, ma dietro vanno acquistati difensori di peso soprattutto se Danilo se ne andrà a fine anno. In mezzo al campo si devono individuare elementi di maggior qualità tecnica, soprattutto se a Rabiot non sarà rinnovato il contratto. Si parlava di Stones poco sopra, in Italia uno Stones in formato ridotto è Calafiori che in ogni caso potrebbe essere utile. E poi c’è il problema dell’attacco. Terza in classifica, la Juventus ha il sesto attacco del campionato nonostante i 15 gol di Vlahovic, vice capocannoniere della Serie A dietro a Lautaro Martinez. Rispetto all’Inter ha 20 punti in meno ma soprattutto ha 32 gol in meno. È una differenza enorme. Non solo, di Vlahovic si dice che, visto l’ingaggio, potrebbe lasciare Torino. Questo è un pericolo da evitare. Chiesa sta riempiendo la sua stagione di punti interrogativi: per Allegri è uno da 15 gol (mah), ragione per cui lo ha spostato dalla fascia al centro, però per adesso di gol ne ha fatti sette, di cui quattro nelle prime cinque di campionato. Colpa degli infortuni, è vero, però non ne esce fuori; Kean è disperso; Milik gioca pochissimo e segna pochissimo; Kostic gioca tanto e segna poco. Ci vogliono naso, intuito e un po’ di fortuna. Se la Juve non può acquistare Kane e tanto meno Mbappé, può tentare il colpo a sorpresa, deve pensare ad alternative ma di un certo spessore. Tre nomi come esempio: Guirassy dello Stoccarda, Openda del Lipsia e David del Lilla. 

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