Il Psg torna su Osimhen: la clausola del Napoli è di 130 milioni

I francesi hanno già portato Lavezzi e Cavani in Ligue 1 nelle estati del 2012 e 2013. La storia potrebbe ripetersi
Il Psg torna su Osimhen: la clausola del Napoli è di 130 milioni© FOTO GIANLUCA MOSCA
Fabio Mandarini
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Il giro del mondo in 8 partite. Mentre i giorni sono 49: sono questi i paletti seminati sulla strada che, da domenica al 26 maggio, porterà da Monza-Napoli a Napoli-Lecce. E al centro della scena sempre lui, Victor Osimhen, il centravanti con la valigia, l’uomo da 130 milioni di euro e una clausola che richiama casi celebri di celebri attaccanti del passato. De Laurentiis, questa volta, ha spolverato anche un po’ di parole che hanno il sapore di un’indicazione: dopo la firma di Osi a dicembre sul nuovo contratto dal 2025 al 2026, un rinnovo costruito attraverso un estenuante lavoro con il manager del giocatore, Roberto Calenda, il presidente ha spiegato molto serenamente che questa sarà con ogni probabilità l’ultima stagione di Osimhen con il Napoli. Con successiva precisazione: nel suo contratto, però, c’è la famigerata clausola rescissoria. Uno strumento acceso dalla Juve per Higuain e poi dal Psg, due volte, un habituée, prima per Lavezzi e poi per Cavani. Tanti anni fa: nel 2012 l’affaire Pochò, nel 2013 le Matador. Trentuno e 64 milioni: che sommati fanno 95, neanche 100, neanche vicini al valore della clausola di Osi. Un centravanti super, sul podio degli interpreti del ruolo, che Al-Khelaifi ha già provato ad acquistare un anno fa, la famosa estate del tormentone, ma Adl voleva: «Un duecentino». Disse così. Il Psg non aveva intenzione di andare oltre un certo limite, comunque decisamente alto. Ben oltre i 100: dicono 150. Poi, fu la volta degli arabi. Poi, fu Napoli.

La concorrenza

A volte, però, ritornano. E il Psg, nel bel mezzo dell’assalto dei club della Premier e degli immancabili arabi, lo ha fatto ancora: è tornato. Tornato sulle tracce di Osimhen, con prepotenza: in Inghilterra e anche in Nigeria si parla pure di Chelsea, United e Arsenal, ma Parigi svetta come la Torre Eiffel. Regge il confronto con tutti. Non si arrenderà. Ma sa anche che Adl aspetta i 130 milioni della clausola. Sarà un’epoca di mercato molto calda. Come caldissimi saranno i 48 giorni di campionato che partiranno domenica e scadranno il 26 maggio.

I ricordi

Il futuro è dietro l’angolo, certo, ma ieri De Laurentiis ha fatto quello che Calzona sta facendo regolarmente da tempo: ha ricordato alla squadra che il finale di stagione andrà onorato, condotto a testa alta, perché se è vero che la Champions è praticamente andata, lo è altrettanto che la zona coppe è un obiettivo da inseguire fino all’ultimo istante utile. Bene: i gol di Osimhen potrebbero essere la polizza, il ponte sull’Europa. In campionato non segna da quattro partite, dal tris rifilato al Sassuolo il 28 febbraio: Atalanta, Torino, Juventus. E Inter: osservata per intero dalla panchina, all e prese con i postumi del problema muscolare rimediato a Barcellona in Champions - altra notte senza gol - che lo ha costretto a rinunciare alla nazionale nigeriana. Durante la sosta, insomma, ha smaltito e riposato. Ha respirato dopo la maratona in Coppa d’Africa conclusa con la delusione finale. E ha lavorato. E ora, beh, dovrebbe essere di nuovo pronto: sabato contro l’Atalanta è stato uno dei pochissimi della squadra a lasciare qualche traccia, a giocare con voglia e animo fino alla fine, a sfiorare il gol. Un lottatore vero che domenica a Monza dovrà provare a trascinare il Napoli insieme con Kvara, il gemello ritrovato, assente con la Dea. A maggior ragione se, come sembra, saranno le ultime otto esibizioni in tandem. Hanno segnato un’epoca, loro. Quelli del terzo scudetto. Bei ricordi. E non sarebbe male aggiungerne da qui a maggio.


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