MANCHESTER - «Se la gara è quasi impossibile tanto vale giocarsela senza troppe pressioni. Non firmo per il pari». Idee chiare per Maurizio Sarri alla vigilia della trasferta di Champions League contro il Manchester City allenato da quel Pep Guardiola che lui considera un maestro. Un Sarri che non si scompone nemmeno dopo il classico 'walk around' all'Etihad Stadium mentre si emoziona per gli elogi del suo illustre collega: «Io emozionato nello stadio? In queste occasioni guardo solo il terreno di gioco ed è difficile che questo possa emozionare - ha detto ai microfoni di Premium dopo il suo arrivo a Manchester -. Un ottimo terreno, sugli standard inglesi ma del resto fuori dall'Italia siamo abituati a trovarne di così buoni. I complimenti di Guardiola? Fanno piacere perché lo ritengo in questo momento l’allenatore più forte in attività e penso che segnerà un’epoca come solo ha fatto Sacchi 25 anni fa. Questo mi può emozionare, non lo stadio».
TRA EUROPA E SCUDETTO - Niente calcoli dunque e nemmeno quel turnover in vista dell'Inter che ha invece detto di augurarsi il presidente Aurelio De Laurentis... «Non so quello che ha detto il presidente e se è qualcosa che riguarda la sfera tecnica neanche mi interessa, perché lui paga me per prendere certe decisioni. In questo momento non facciamo scelte tra Champions e campionato, in questa fase della stagione pochi calcoli anche se inconsciamente la squadra può pensare di essere più competitiva in Italia che in Europa. Certo, il calendario non ci aiuta molto perché sfidiamo il City tra i due scontri diretti con Roma e Napoli, così come poi succederà con la Juventus a ridosso dell'ultima sfida del girone di Champions. Questo non va bene: se noi andiamo in giro per l'Europa a rappresentare il calcio italiano, penso che il calcio italiano debba anche tutelare noi».