Una grande prova di forza

Una grande prova di forza© Juventus FC via Getty Images
Alberto Polverosi
3 min

La Juve di Champions è tutto. Impressionante per 45 minuti, quando ha giocato da padrona assoluta rasentando la perfezione tecnica col 93 per cento di passaggi riusciti. Robustissima nella ripresa, quando il Manchester ha provato ad andare oltre se stesso e finalmente ha partecipato alla gara, riequilibrandola, dopo avervi solo assistito. Resta la certezza di una Juve che fa paura all’Europa. Fatichiamo a ricordare una squadra italiana che domina in uno stadio come l’Old Trafford. Nemmeno Mourinho, ieri imbalsamato di fronte allo spettacolo bianconero, ai tempi dell’Inter del triplete vinceva comandando il gioco e schiacciando l’avversario. E da quell’anno, il 2010, non è più capitato di stropicciarsi gli occhi di fronte a un imperio italiano nelle trasferte di Champions. Al 45’ di Manchester-Juventus c’era da esaltarsi. Se prima era difficile togliere i campioni d’Italia fra le tre candidate alla Champions, da ieri è impossibile non affidare loro il ruolo di grandi favoriti. Il dominio della Juve non è arrivato con un grande sforzo, è avvenuto solo naturalmente, per l’applicazione dei giocatori, per la dimensione dei suoi campioni, per la completezza e la ricchezza della squadra, proprio come accade in campionato.

Il Manchester ha assistito, a tratti stordito da tanta, troppa Juve. Per mezz’ora la squadra di Mourinho non ha osato avvicinarsi all’area della Juve. Non era rispetto, non era sorpresa, era paura. La Juve non aveva mai giocato così in Champions negli anni scorsi, nemmeno quando era arrivata in finale. Aveva meno sicurezza, non era così autorevole. Allegri, attraverso Ronaldo, ha fatto crescere ancora di più la squadra, l’ha...disumanizzata, le ha tolto dalla testa quell’idea che in Europa per vincere si deve per forza soffrire e che la vittoria è frutto solo dell’umana fatica. La Juve non ha mai sofferto davvero in queste prime tre gare di Champions League, le ha stravinte tutte, in dieci per un’ora a Valencia, passeggiando sui modesti svizzeri dello Young Boys e annientando il Manchester United con un primo tempo che ha fermato il possesso palla (quasi tutto nella metà campo inglese) al 63 per cento a favore dei bianconeri. E dentro questo possesso dei primi 45’ vanno trovati le 8 conclusioni (a 1) e le tre grandi parate di De Gea. Nella ripresa qualcosa è cambiato, è arrivato il palo di Pogba, ma la Juve non si è mai fermata e ha creato ancora occasioni. Una Juve così fa paura, tanta paura.


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