Si scrive Piatek si pronuncia gol

Si scrive Piatek si pronuncia gol
Ivan Zazzaroni
3 min

Il Napoli è fuori (anche) dalla Coppa Italia, il Milan è dentro un sogno: è in semifinale e ha appena trovato uno Sheva forse meno agile ma fisicamente più strutturato - il secondo gol figurava nel repertorio dell’ucraino -, la luce al centro dell’attacco, un centravanti potente, essenziale e dall’impatto esaltante, Robocop Piatek - non riesco proprio a paragonarlo a Tomasson.
Curioso che sia il Milan a determinare la prima crisi stagionale di Ancelotti che nella tre giorni di San Siro si è allontanato di altri due punti dalla Juve in campionato e s’è visto cancellare il terzo obiettivo su quattro: gli resta solo l’Europa League.
Il trasformismo più volte celebrato nella prima parte della stagione stavolta non ha premiato: Ancelotti è passato - ad esempio - dalla coppia tecnica Fabian-Zielinski a quella muscolare Diawara-Allan ma il cambiamento non ha prodotto gli effetti che si augurava. Anche perché alcuni elementi chiave quali Milik, Insigne, Koulibaly e, appunto, Allan, non ancora ripresosi dai fumi parigini, non sono stati in grado di garantire prestazioni all’altezza.
Molto più ordinato e solido il Milan rivisitato da Gattuso con l’obiettivo di chiudersi centralmente, togliere la verticalità al Napoli - tanto possesso palla, poca brillantezza - e ripartire il più rapidamente possibile: due lanci lunghi con altrettante disattenzioni dei marcatori occasionali (Maksimovic prima, Koulibaly poi) hanno consentito a Piatek di indirizzare la partita nella direzione voluta.
Per il Napoli s’inizia la fase più difficile, quella delle critiche generiche, del ricompattamento e delle scelte in funzione del raggiungimento dell’obiettivo salva-stagione; per il Milan è invece il momento dell’ottimismo dopo mesi piuttosto confusi che hanno prodotto scelte coraggiose ancorché scomode.
Stasera altri due dentro- o-fuori di qualità, a Bergamo e Firenze, in queste prove tecniche di playoff che la coppa nazionale ci ha regalato grazie soprattutto a un regolamento “antidemocratico” studiato proprio per portare ai quarti le più forti e seguite del campionato: delle prime nove in classifica soltanto la Samp è fuori causa ma solo perché ha avuto la sfortuna di incrociare l’avversario più qualitativo. 


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