Arbitri aggrediti, in Sicilia quasi due secoli di squalifiche

In una stagione, 181 anni di sanzioni a calciatori tecnici e dirigenti per minacce e aggressioni. I casi di violenza sono 161, 32 solo nelle categorie giovanili
Arbitri aggrediti, in Sicilia quasi due secoli di squalifiche© LaPresse
Valerio Albensi
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ROMA - I numeri sono pesanti: 181 anni di squalifiche e inibizioni a calciatori, allenatori e dirigenti dalla Seconda Categoria all’Eccellenza per minacce e aggressioni agli arbitri; 161 casi di violenza ai danni dei direttori di gara in tutte le categorie, di cui 32 nel settore giovanile; un incremento del 24 per cento rispetto ai 130 episodi della stagione precedente. Sono i dati dell’ultima annata di calcio dilettantistico in Sicilia con gli arbitri troppo spesso vittime di storie di ordinaria follia.

Come il 20 settembre scorso, durante la partita di Promozione tra Polisportiva Palma e New Team Ragusa. In base a quanto si legge sul comunicato del Giudice Sportivo Pietro Accurso, al 22’ del secondo tempo, dopo l’espulsione un calciatore della Palma colpisce il direttore di gara al volto facendolo finire in ospedale con una prognosi di otto giorni. È solo il primo atto perché nella notte successiva due compagni di squadra, insieme con altre persone “non identificate”, si presentano a casa dell’arbitro per il secondo tempo: piovono insulti e minacce, e vengono danneggiate alcune auto parcheggiate in strada. I responsabili si beccano squalifiche dai sei mesi ai cinque anni. Ancora in Promozione, il 14 novembre, un dirigente del Borgata Terrenove viene punito con 60 mesi di inibizione e la richiesta di radiazione perché “nella qualità di addetto al servizio d’ordine ed al controllo di un cancello privo di chiusura - si legge nel comunicato - incitava propri sostenitori ad introdursi in campo e all’interno degli spogliatoi impedendo in tal modo l’accesso agli stessi degli ufficiali di gara; lo stesso inoltre prima assumeva grave contegno minaccioso nei confronti dell’arbitro, successivamente tentava più volte di stringere il collo dello stesso quasi a soffocarlo”.

Quindici giorni dopo, in Prima Categoria, viene interrotta Carlentini-Football Club Motta perché un giocatore della squadra ospite aggredisce l’arbitro “afferrandolo per il collo e colpendolo con un calcio ai genitali”. Anche ammonire può diventare un’impresa. Il 27 febbraio, al 30’ del primo tempo della partita di Prima Categoria tra Città di Canicattini e Frigintini, il direttore di gara mostra il giallo a un giocatore degli ospiti che risponde con un pugno alla spalla. Succede il finimondo: l’arbitro viene accerchiato dagli altri compagni di squadra che dagli insulti passano rapidamente ai fatti, facendo partire una scarica di calci e pugni. Fuori dal campo altri pericoli. Nell’ultima stagione, passando al setaccio i comunicati del Comitato regionale siciliano della Lega Nazionale Dilettanti abbiamo trovato traccia di 182 multe alle società per persone non identificate o tifosi responsabili di minacce, sputi o aggressioni agli ufficiali di gara. E proprio quel sottobosco di insulti e fatti apparentemente meno gravi, che sfugge ai censimenti, fa sì che il dato sulle violenze rapportato al numero di partite totali giocate in Sicilia, oltre 10mila, sia più preoccupante di quello che suggeriscono le cifre.

LIBRO NERO - A tenere il “libro nero” delle aggressioni è il Comitato Regionale Arbitri della Sicilia, che ci ha messo a disposizione i dati elaborati dall’Osservatorio sulla violenza di cui è responsabile Giuseppe Anfuso. I casi vengono registrati in base a quattro tipologie: violenza grave, quando l’arbitro si reca al pronto soccorso per le cure mediche e ha la facoltà di denunciare chi lo ha aggredito; violenza fisica, che è ugualmente grave, ma il direttore di gara non si reca in ospedale; violenza tentata, che si riferisce a episodi di spintoni, manate, trattenute; violenza morale, categoria in cui rientrano le ingiurie razziali e sessuali, e gli sputi. Picchiano di più i calciatori: in 98 casi i responsabili delle aggressioni sono loro, il 61 per cento. Poi vengono dirigenti e allenatori (50), estranei (nove) e perfino gli assistenti (sei) in quelle categorie minori in cui questo ruolo è affidato a persone riconducibili alla società ospitante.

GIOVANILI - La sezione con più arbitri coinvolti in aggressioni è quella di Palermo, 36 nella stagione 2015- 16, poi seguono Catania (26) e Acireale (17). Alla Seconda Categoria spetta il titolo tutt’altro che onorevole di serie con più incidenti, 34 in totale, con un picco di dieci in gennaio. Un caso grave si è verificato perfino al Torneo delle Madonie. La violenza non risparmia le giovanili, sia regionali sia provinciali, e questo è un dato che fa riflettere: tra Juniores, Allievi e Giovanissimi si contano 32 casi di aggressioni agli arbitri, che spesso sono ragazzi di pochi anni più grandi rispetto ai calciatori. Trentadue è anche il numero delle aggressioni gravi totali, il 19,5 per cento. Le sanzioni pesanti sembrano non scoraggiare i violenti, la Figc ha deciso di correre ai ripari attuando la misura che era stata decisa il 17 dicembre del 2014 con il comunicato ufficiale 104/A. Il provvedimento stabilisce che le società i cui tesserati incorrono in squalifiche pesanti per condotte violente ai danni degli ufficiali di gara (almeno otto turni o quattro mesi per il giocatore, quattro mesi di squalifica o inibizione per allenatore e dirigenti) saranno obbligate al versamento di una sanzione economica pari al costo medio di una gara del campionato di competenza moltiplicato per il numero delle partite casalinghe della stagione. Per avere un’idea, il costo medio di una gara di campionato di Eccellenza è di 210 euro, di Promozione 200, poi Prima Categoria 70 fino ai 35 euro dei Giovanissimi provinciali.

LINEA DURA - Dallo scorso febbraio la normativa è stata finalmente recepita e i giudici sportivi regionali hanno iniziato a inserire nei comunicati una dicitura speciale per i casi più gravi di squalifica: “La sanzione comminata, ai sensi dell’art 16, comma 4 bis, del C.G.S. sarà considerata ai fini dell’applicazione delle misure amministrative poste a carico delle Società dilettantistiche e di Settore Giovanile, deliberate dal Consiglio Federale per prevenire e contrastare le condotte violente nei confronti degli ufficiali di gara”. La speranza è che, vedendo crescere a dismisura il conto delle multe, le società si impegnino di più per prevenire le aggressioni agli arbitri ed emarginare i violenti.


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