Euro 2016, Abete: «Rischio porte chiuse, ma gli Europei si faranno»

Il vicepresidente della Uefa ed ex presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, è intervenuto durante lo speciale di Radio 24 sugli attentati di Bruxelles
Euro 2016, Abete: «Rischio porte chiuse, ma gli Europei si faranno»
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ROMA - I tragici attenatti di Bruxelles riaprono il tema sicurezza in vista degli Europei di calcio in programma in Francia dal 10 giugno al 10 luglio prossimi. Sulla questione è intervenuto l'ex presidente della Figc e attuale vicepresidente della Uefa, Giancarlo Abete: «Le preoccupazioni europee sono doverose, è un problema che tutti sentiamo come cittadini prima ancora che dirigenti sportivi».

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IL PROBLEMA SICUREZZA - La questione sicurezza rappresenta la sfida più importante in vista degli imminenti campionati Europei: «Il problema della sicurezza è primario per tutti quanti noi, l’evento sportivo si colloca in una dimensione residuale rispetto al tema sicurezza verso tutti i cittadini.

Per ogni evento sportivo c’è una titolarità in capo ai responsabili dell’ordine pubblico che va al di là di quelle che sono le titolarità e responsabilità degli organizzatori  dell’evento sportivo. Sia come cittadini che come dirigenti sportivi dobbiamo aumentare da una parte la nostra attenzione, ma riportarci alle decisione dei soggetti che hanno la responsabilità dell’ordine pubblico e della sicurezza. Gli ultimi due mondiali prima in Sudafrica, poi in Brasile per motivi diversi sono stati caratterizzati dal rischio di incidenti e tensioni sociali. E’ una realtà con la quale purtroppo il mondo dello sport deve convivere».

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EURO 2016 - «Dobbiamo tenere la testa alta e mantenere fiducia nei propri valori di riferimento. Dobbiamo affidarci alle professionalità e sensibilità dei soggetti titolati ad assumere determinate decisioni, facendo il più possibile eventi, e rinviandoli o non facendoli nel momento in cui si palesassero rischi significativi - ha ribadito Abete - . Sulla possibilità di soluzioni estreme, come la previsione di partite del torneo continentale da disputare a porte chiuse Abete ribadisce:

«Il rischio porte chiuse può esistere sempre perché parliamo di una competizione in cui l’evento deve avvenire. Non ci sono partite rinviabili ad altra data, in un torneo si sconta il fatto che determinate date sono funzionali al risultato finale del torneo. Mi sembra che oggi le priorità sono diverse, parliamo di eventi che hanno già avuto un impatto negativo sul torneo. C’è una maggiore percezione di rischio, minor entusiasmo a partecipare con uno spirito positivo. Parliamo però di un torneo previsto per giugno mentre adesso stiamo parlando un’emergenza di queste ore. L’Italia agli europei gioca con il Belgio, dobbiamo cercare ognuno di fare la propria attività. Noi come dirigenti sportivi dobbiamo continuare ad operare con fiducia e preoccupazione. Capendo che sono battaglie che si vincono solo mantenendo uno spirito positivo».

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