MILANO - In viaggio negli Stati Uniti con il figlio, Roberto Mancini ha seguito da una certa distanza il passaggio di proprietà dell'Inter. “Ho parlato con Thohir qualche giorno fa e mi ha spiegato cosa stava succedendo. Ma prima no, nessuno mi aveva detto, non sapevo nulla - dice l'allenatore nerazzurro a Deejay Football Club -. Resto? Me lo chiedono in tanti, resto, resto. Di società non so nulla quando sarà tutto più chiaro ne parlerò”.
WEIMIN FA PROCLAMI: «INTER, PIU' IN ALTO DI PRIMA»
EUROPEI - "Tutte le volte che l'Italia è andata a una competizione - partendo con alcuni problemi - ha fatto sempre una buona figura. Tutti insieme possono far bene. Il Belgio? Ha una rosa straordinaria, ma non sono così convinto che possa battere l'Italia. Le favorite? Francia, Spagna, Italia e Germania- Questione ct? Non sono mai stato vicino a diventarlo, non ho ricevuto telefonate… e nemmeno pizzini (ride, ndr)".
LA 10 - "Quella maglia poteva prenderla Insigne, ma ho grande stima e rispetto di Thiago Motta. Forse poteva prenderla anche Bernardeschi. Solitamente la 10 si dà a chi ti può risolvere la partita".
BANEGA E TOURE’ - "L’argentino ha qualità che a noi mancavano. Era svincolato, è stata un’opportunità di mercato. Fino a qualche mese fa pensavamo di poter acquistare solo giocatori svincolati per rispettare il fair play finanziario. Yaya? Non mi ha telefonato e io non l’ho chiamato”.