Euro 2016 Italia, Barzagli: Iniesta il più forte. Morata? Non ci sono amici in partita

Il difensore azzurro: «Alvaro sa che se passa dalle parti di Chiellini un paio di scarpate le prende...Proveremo a limitare la Spagna»
Edmondo Pinna
7 min

L’unione fa la forza. E se lo dice uno che viene considerato far i più forti difensori di questo Europeo, se non il più forte, c’è da credergli.

SENZA CANDREVA. L’assenza dell’ultimo minuto non sminuisce le certezze azzurre: «Dispiace per lui, dispiace perché sappiamo quando ci poteva dare, lo abbiamo visto contro Belgio e Svezia. Ma siamo in 23, chi andrà in campo farà di tutto per non farlo rimpiangere».

PRONTI PER LA SPAGNA. La partita contro a Spagna è già nelle corde dell’Italia: «Ci stiamo preparando per questo grande ottavo di finale, lo spirito è quello giusto, mi sembra che a due giorni dalla partita siamo ad un buon punto. Il loro miglior giocatore è Iniesta, è il più forte, uno dei più forti centrocampisti di sempre, comunque degli ultimi 10/15 anni».

RICADUTA CANDREVA, SALTA LA SPAGNA

SENZA PAURA. La Spagna, i diffidati, una gara secca, dentro o fuori: «Il pericolo diffida, e dunque squalifica, è alto ma non ci stiamo pensando, anzi ci scherziamo fra di noi, siamo gli unici ad avere non solo 10 diffidati ma addirittura due portieri su tre. Giocheremo questo ottavo senza farci condizionare, c’è grande fiducia, anche se mancherà qualcuno. La cosa facile di questa partita è che non la devi neanche caricare, hai tanta voglia di giocarla, le motivazioni arrivano da sole. Sinceramente, la Spagna (tranne il secondo tempo contro la Croazia) è una delle favorite al titolo per la qualità che ha. E noi combatteremo come al solito. Siamo brutti, sporchi, diamo tutto e vediamo di potergli fare male».

AMICI MAI. Arriva la Spagna, arriva Morata, cresciuto ed esploso nella Juventus: «Ma non ci sono amici e faccio anche fatica a salutarli prima della partita, perché mi concentro molto sulla gara. Morata è uno dei tanti pericoli della Spagna, sappiamo che ne hanno molti di giocatori pericolosi. Conosciamo Alvaro, sappiamo le sue qualità, ma bisogna anche stare attenti a chi fra gli spagnoli può mandarlo in porta. Li abbiamo affrontati diverse volte, sappiamo come sono. Morata dice che sono il più forte difensore italiano? Non ci casco, ho un po’ di timore di Morata e della Spagna, certi attestati non mi piacciono molto, saremo tutti concentrati sulla partita. Chi avrà più vantaggio fra noi e Morata? Può avere dei vantaggi lui molto più di lui. Noi lo conosciamo, però siamo abiurati a vederlo con noi, nella Spagna ci sono fantasisti con linee di passaggio millimetriche e sono molto bravi. Lui sa che se si mette dalla parte di Giorgio due scarpate le prende… Quando sei in campo per un ottavo, va al di là del conoscersi. Chi sbaglia meno vince».

CUORE AZZURRO. Non parte battuta, l’Italia: «Nessuno parte spacciato, penso a come siamo partiti, nello scetticismo generale, e ci può stare perché non eravamo - e non lo siamo anche adesso - i favoriti. Ci abbiamo messo grande cuore, grande attaccamento alla maglia, ci fa piacere che i nostri tifosi si siano riavvicinati all’azzurro. Quando non sei favorito, ti viene anche meno voglia di tifare, invece credo che lunedì saranno in tanti davanti alla tv, sentiremo la loro spinta».

IL NUOVO CHE AVANZA. E’ un altro Barzagli, quello che affronta la Spagna: «Sono cresciuto, maturato, migliorato, anche quest’anno mi è venuta voglia di migliorarmi, una costante. Quando inizi a giocare con grandi giocatori, in grandi squadre, inizi a vincere e sai che puoi continuare a farlo, ti viene voglia di migliorati. Dopo il primo scudetto con la Juve ho passato l’estate a pensare a come poter rivincere, non mi era mai successo. Lotto spesso con la mia testa prima delle partite, sono migliorato in questo senso e sulla marcatura. Io a 35 anni mi ritengo uno alla pari degli altri, lo faccio uguale al ventenne».

LA CHIAVE TATTICA. «Come si ferma la Spagna? Bisognerebbe ammazzarla…. La freneremo, proviamo a frenarla. In campo sono i duelli che contano, se li vinci o no, sono i particolari che faranno al differenza, dovremmo essere attenti alla loro fase offensiva, dobbiamo provare a colpirli, essere remissivi sarebbe l’errore più grande».

DIRIGE CAKIR, ARBITRÒ JUVE-BARCELLONA

FUTURO, ADESSO. Aveva detto che avrebbe lasciato la Nazionale alla fine dell’Europeo. «Non ho pensato al futuro, non penso sia un problema. Per come sono fatto, se lascio non deve far rumore, non lo cerco. Ho solo e sempre pensato a fare un grande Europeo».

I RIGORI. E’ un’eventualità, che con la Spagna ci è costata già l’Europa. «Certo, ci siamo allenati anche ai rigori, può succedere. Oltre ai soliti rigoristi, che sono abituati a tirarli, li proviamo un po’ tutti. E si vedono anche brutte scene… Il problema del rigore è che poi in partita cambia, col portiere e i tifosi dietro non è la stessa cosa».

COME IL 2006. «Nel 2006 era un altro periodo e altra squadra, al di là delle qualità. Ma una cosa è rimasta, la forza di un gruppo affiatato, che sinceramente in questi anni c’è stato ma non così, non tutti avevano lo stesso obiettivo. Questo mi ricorda il 2006».

IL MEGLIO E’ ALTROVE. Non è falsa modestia, forse è solo il suo modo di essere il migliore. «Non penso di essere il giocatore che ha giocato meglio, e comunque non mi condiziona, faccio il mio mestiere, cercando di non sbagliare. I difensori forti sono altri, la nostra è una difesa collaudata perché ci aiutiamo. Ci sono altri difensori più forti singolarmente, ma magari si aiutano di meno. Non mi paragono a Ramos, Pique, Boateng, Hummels».

AUGURI FOLLIA. «A Zaza ho fatto gli auguri a mezzanotte e due minuti perché ci teneva, lo riprendo sempre. Lo spirito non ci manca, se lo mettiamo sul campo sarà un grande ottavo di finale».


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