La lezione della Juve e il nuovo ciclo della Lazio

Tare gongola: futuro assicurato. Da Guerrieri a Murgia e Rossi la vittoria più bella di Inzaghi
La lezione della Juve e il nuovo ciclo della Lazio© LaPresse
Fabrizio Patania
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ROMA - Simone Inzaghi e la Primavera della Lazio si sono fermati a undici metri dal triplete, ma possono essere lo stesso orgogliosi: hanno vissuto da protagonisti una stagione memorabile portando nella bacheca di Formello la Supercoppa e una Coppa Italia soffiata alla Roma nella doppia finale dello stadio Olimpico. Dalla Final Eight di Chiavari e Savona, arrivano dei segnali inequivocabili: il futuro è dalla parte della Lazio, che continua a sfornare giovani talenti. Presto arriveranno in serie A come è successo a Danilo Cataldi, ex capitano della Primavera scudettata nel 2013 a Gubbio, oggi perno della squadra di Pioli e convocato dal ct Di Biagio con l’Under 21 per gli Europei in Repubblica Ceca. Guido Guerrieri, nato a Trastevere e cresciuto all’Eur, ha vinto il premio come miglior giocatore del campionato Primavera. Da tempo viene segnalato come uno dei portieri top a livello giovanile in Italia. La Lazio ha prolungato il suo contratto sino al 2018 e gli ha disegnato un percorso che lo porterà in serie A nel giro di due o tre anni. Viene considerato a Formello l’erede di Marchetti. Ha tantissime richieste in serie B, lo vuole il Perugia, ma Pioli ha intenzione di tenerlo in organico e consegnargli il posto di terzo alle spalle di Marchetti e Berisha. Cresciuto nella Lazio, possiede i requisiti per entrare in lista Uefa come prodotto del vivaio. La novità è proprio questa. Simone Inzaghi ha messo in campo nelle Final Eight una Primavera quasi interamente romana, cresciuta nella Capitale. Figli della nostra città. Capitan Pollace, nato sulla Pisana, e Palombi, originario di Tivoli, non piangano per gli errori dal dischetto: hanno fatto vedere numeri e talento sufficiente per sbarcare nel grande calcio. Sono state le finali dei gol di Alessandro Rossi, cresciuto a Pianoscarano, frazione di Viterbo, della regìa meticolosa di Lorenzo Pace, il play di Lanuvio, dei contrasti di Simone Mattia, orgoglio di Ciampino, dei ricami di Alessandro Murgia, altro ragazzo dell’Eur, e della corsa di Lorenzo Condemi, mastino di Ponte Milvio. Tounkara, Prce e Verkaj si sono inseriti e hanno arricchito un’intelaiatura di romani. Finalmente non è più soltanto una Lazio di stranieri. E questa rappresenta la garanzia migliore per aprire un ciclo di lunga durata come desiderano a Formello. Un giorno, i più bravi, formeranno lo zoccolo duro della prima squadra. Perché si vince con gli italiani e la Juve lo dimostra.


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