Gigi Riva compie 72 anni: «Il calcio oggi? Ci saziano di partite»

Quanti messaggi d'affetto per "Rombo di tuono": «I frigoriferi oggi sono vuoti, ma ogni giorno siamo pieni di partite, ci accontentano così»
GIGI RIVA - «Troppo stress, non riesco più a guardare le partite», l'ex attaccante del Cagliari e della Nazionale lasciò qualche anno fa la Federazione perché non riusciva più a convivere con lo stress: «Era diventato troppo difficile per me per me: durante i match dovevo prendere il Lexotan per calmarmi»© LaPresse
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CAGLIARI - Gigi Riva, bomber del Cagliari dello scudetto e capocannoniere della Nazionale, compie oggi settantadue anni. E i social si riempiono di auguri, filmati, pensieri tutti dedicati a Rombo di Tuono. Grande campione, ma anche grande personaggio. «Il calcio oggi? I frigoriferi sono vuoti, ma ogni giorno siamo pieni di partite: ci accontentano così», racconta all'ANSA. Un mito non solo in Sardegna: l'ultimissimo riconoscimento è il Collare d'oro al merito sportivo, la massima onorificenza conferita dal Coni. «Spero di poter andare alla premiazione - confida - ma ho ancora qualche problema per le vecchie fratture, tra cui quella di Vienna, che spesso si fanno risentire».

IL BRUTTO INFORTUNIO - Già, quel brutto infortunio del Prater: Rombo di Tuono mesi dopo aveva poi perdonato e stretto la mano ad Hof, il numero quattro austriaco autore del fallo da dietro che ruppe la gamba a Riva. Anche se in campo Hof - rivelano i filmati - non sembrò essersi reso conto di avergli fatto tanto male. «I compagni che erano in campo capirono la gravità della situazione - ricorda Riva - lo tennero lontano da me». Sabato 4 novembre le porte del Museo del Grande Torino si sono aperte a colori extra-granata per una mostra tutta dedicata a lui. «Ero un grande amico di Gigi Meroni - dice l'ex bomber ripensando alla farfalla granata scomparsa in un tragico incidente stradale - avevamo fatto insieme il mondiale del 1966 a Londra: lui era nella rosa, io il ventitreesimo».

LA SARDEGNA - Un pensiero anche alla Sardegna e al suo Cagliari, soprattutto dopo l'ultima batosta proprio a Torino. «Uno a zero o cinque a uno non fa differenza - commenta per sdrammatizzare - Il Cagliari ha quasi sempre fatto bene al Sant'Elia. E finora ha vinto le partite che doveva vincere».

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