ROMA - L'ultimo ostacolo che separa Roberto Mancini dalla panchina dell'Italia sta per essere superato. I russi dello Zenit infatti, con cui il tecnico italiano è legato da un contratto da 6 milioni a stagione fino al 2020, avrebbero fatto cadere il veto inizialmente posto per bloccare l'operazione. Mancini e la società di San Pietroburgo stanno trovando l'accordo per la rescissione (a curare gli interessi del 'Mancio' sarà la sua compagna, l’avvocato Silvia Fortini) e lunedì (dopo che il board dei russi avrà ufficializzato la separazione) l'ex allenatore di Fiorentina, Lazio, Inter, Manchester City e Galatasary dovrebbe incontrare a Roma i vertici della Figc per definire l'accordo.
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TUTTI COL MANCIO - A dare il 'placet' all'operazione è stato anche Giovanni Malagò, presidente del Coni e commissario della Lega di Serie A, dagli spalti dell'Olimpico in occasione della finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan («Fermarsi sarebbe un errore nell’errore», ha detto il numero uno dello sport italiano riferendosi al nuovo caos in Figc). Altri "sì" pesanti sono stati quelli di Pirlo e Ambrosini al Club Italia, che hanno aiutato a disinnescare il fronte di chi voleva attendere l'elezione di un nuovo presidente federale, anche perché lo stesso candidato 'in pectore' Giancarlo Abete non la pensa così, come del resto il commissario Fabbricini e il vice commissario Costacurta, entrambi in attesa dello sganciamento del tecnico di Jesi dallo Zenit.
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