Fagioli, Tonali e Zaniolo: perché adesso rischiano l'Europeo

Se ritenuti colpevoli i tre azzurri salteranno Euro 2024. Squalifica efficace anche all’estero ma dopo il giudizio d’appello
Giorgio Marota
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ROMA - È terminata la settimana di Nicolò Fagioli, da oggi comincia quella di Sandro Tonali. Sette giorni, o poco di più, per mettere un punto sull’indagine della magistratura ordinaria e di conseguenza dare corpo ai riscontri della procura della Federcalcio attorno a quelle che sembrano le due principali figure dello scandalo scommesse. Due su tante, alcuni dicono tantissime: le scommesse, in particolar modo quelle illegali, sono penetrate in profondità nel sistema calcio, propagandosi come l’edera nell’humus delle cattive abitudini. Il pallone trema e le crepe sono già visibili.
Nicolò il testimone chiave della vicenda, Sandro il ragazzo che dopo essere finito sulla bocca di tutti sembra essersi deciso a offrire un’ampia collaborazione imitando il collega, il cui comportamento “conciliatorio” col lavoro degli inquirenti ha portato a un principio d’intesa con il procuratore Chiné. Fagioli, a questo punto, potrebbe scontare quasi un terzo della pena minima (1 anno sui 3 previsti) grazie alle tempistiche del patteggiamento pre-deferimento (50% di “sconto”) e alle attenuanti, come l’aver contribuito a una ricostruzione dettagliata di fatti e coinvolgimenti a più livelli. In questo scenario, a metà tra la tensione e la disperazione, sembra più defilato Nicolò Zaniolo. La procura della Figc interrogherà Tonali in questi giorni dopo l’audizione prevista con i pm di Torino in videocollegamento perché il ragazzo è a Newcastle, sfruttando il “momento emozionale” favorevole (le cronache raccontano di un Tonali disperato al punto da aver promesso di attivare un percorso di cura per la ludopatia), mentre l’ex romanista continua a far sapere di aver scommesso ma non sul calcio, senza quindi commettere un’infrazione del codice di giustizia sportiva. «La procura federale non si è mai fatta sentire, non ha notificato nulla perché non è sua competenza a meno che non ci sia ipotesi di scommesse sulle partite, cosa che escludiamo categoricamente» ha detto ieri Gianluca Tognozzi, il penalista che segue Zaniolo insieme all’avvocato Conte per l’ambito sportivo. 

Fagioli, Tonali e Zaniolo rischiano l'Europeo

A stupire chi sta conducendo le indagini è il filo che unisce le vite di questi giovani atleti: tutti i coinvolti hanno un’età che oscilla tra i 21 e i 24 anni, hanno frequentato insieme le nazionali giovanili (dove tramite corsi dedicati degli esperti spiegavano loro i rischi connessi alle scommesse...) e hanno mantenuto contatti e amicizie, sentendosi probabilmente immuni dietro uno smartphone. Al netto di come finirà questa triste storia, c’è già una certezza: Fagioli, Tonali e Zaniolo, azzurri designati, in caso di colpevolezza salterebbero Euro 2024 e le successive qualificazioni ai Mondiali del 2026. Neppure coi patteggiamenti farebbero in tempo a rientrare per l’appuntamento di metà giugno in Germania. Se poi andassero a processo, l’iter dal primo grado (tribunale federale) al terzo (Collegio di Garanzia presso il Coni) durerebbe tra i 4 e i 5 mesi. E dunque, ipotizzando un’apertura delle aule di giustizia a gennaio 2024, arriveremmo a una sentenza definitiva (per lo sport, poi si spalancherà l’orizzonte della giustizia amministrativa) non prima di maggio/giugno. Senza considerare il correlato danno d’immagine: Zaniolo e Tonali, punti fermi del gruppo di Spalletti, hanno lasciato Coverciano nel giorno del blitz della polizia per la consegna dell’avviso di garanzia e il sequestro di telefoni e tablet; ora rischiano di non tornarci più per chissà quanto tempo. E lo stesso si può dire per Fagioli, pilastro di tutte le giovanili azzurre e uno dei nomi rimasti sempre in odore di convocazione nel nuovo ciclo spallettiano, con appena una presenza in Nazionale a novembre 2022 con Mancini.

Squalificati in Italia e all'estero

Possiamo quindi già parlare di “Eurosentenza” ancor prima che i fatti finiscano sotto la lente d’ingrandimento dei giudici. Anche per una seconda ragione che riguarda i campionati esteri: se vieni squalificato in Italia, paghi anche oltre confine. È quanto accaduto ad esempio a Fabio Paratici, ds del Tottenham inibito per 30 mesi a causa delle note questioni juventine legate al “sistema plusvalenze”. Dopo il secondo grado endofederale, la Corte d’Appello della Federcalcio, le sentenze sono considerate esecutive in ambito Uefa e Fifa. Serve soltanto una comunicazione, che di solito avviene piuttosto rapidamente, per fare in modo che Nyon e Zurigo siano informate da Roma. E a quel punto un tesserato è bandito a tempo da ogni federazione. 


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