Memories, «La rinascita da quella Lazio»

Domini: «Sosa, Riedle e tanti altri molto forti. Erano gli anni in cui si ricostruì per ripartire»
Memories, «La rinascita da quella Lazio»
Alberto Ghiacci
2 min
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ROMA - «Fui accolto tranquillamente. Perché un conto sarebbe stato il passaggio diretto da una squadra all’altra della stessa città, mentre per me ci furono due anni di mezzo trascorsi al Cesena». Sergio Domini e la Lazio, storia di una stagione soltanto. Tre campionati dopo essere stato - sempre per un anno solo - alla Roma. «Ci pensai, però non ci furono casi - racconta oggi l’ex centrocampista arrivato da Udine, dove oggi vive con la famiglia - io non passai direttamente dai giallorossi ai biancocelesti... Erano trascorsi due anni, anche per me fu abbastanza facile accettare la proposta di una gran bella squadra come era quella Lazio. Qualche fischio iniziale arrivò, poi però passò tutto».

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BIANCOCELESTE - Domini arrivò nella Lazio del primo Zoff in panchina e costruita su giocatori forti, del calibro di Ruben Sosa, Riedle, Troglio, Pin, Fiori. Domini? Sì, c’era anche lui. Con le sue 21 presenze nel contesto di un club che il presidente Calleri stava rilanciando. «Il gruppo era molto competitivo - dice Domini - anche se magari in quell’anno si poteva fare di più. Però erano state messe le basi per poter costruire qualcosa di importante. Il presidente aveva scelto Zoff come allenatore e vivemmo un anno di transizione. Ma probabilmente fu anche colpa di noi giocatori. Secondo me, infatti, la squadra poteva dare qualcosa in più».

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