Mondiali, l'aria del Brasile fa bene: i gol sono raddoppiati

Il dato è eclatante e non può essere casuale: in questo Mondiale si è segnato più del doppio rispetto a Sudafrica 2010, quarantuno gol contro venti
Stefano Agresti
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Forse è l’aria del Brasile che ha fatto bene al calcio. O forse i commissari tecnici sono diventati d’improvviso spregiudicati, tanti Zeman sparsi in ogni angolo del mondo, in tutti i continenti. Oppure, in quattro anni, gli attaccanti di ogni paese si sono trasformati in fenomeni e i difensori sono diventati brocchi. Fatto sta che il dato è eclatante e non può essere casuale: in questo Mondiale si è segnato più del doppio rispetto a Sudafrica 2010, quarantuno gol contro venti. Il calcolo è basato sui primi tredici incontri di ciascuno dei due tornei e testimonia una rivoluzione profonda: quattro anni fa, ogni due gare si vedevano tre reti; oggi, sei abbondanti. Se è vero che la partita perfetta è quella che finisce zero a zero perché significa che non ci sono stati errori - lo sostiene ancora oggi qualche difensivista a oltranza - allora Brasile 2014 è il regno dell’imperfezione. Noi che ci siamo esaltati per le prodezze di Neymar e Van Persie, Sanchez e Gervinho, Benzema e Balotelli, Messi e Muller, ebbene noi siamo felici, entusiasti di vivere nell’imperfezione.

Non si tratta, dicevamo, di una casualità, ma di una tendenza. Il dato non è alterato da pochi incontri terminati con moltissimi gol, come accadeva in certi Mondiali del passato quando c’erano nazionali non competitive, che venivano travolte con risultati umilianti. Qui l’esplosione è diffusa: in undici partite su tredici ci sono state almeno tre reti (Messico-Camerun e Iran-Nigeria, unico 0-0, le eccezioni), la gara in cui si è segnato di più è stata Olanda-Spagna (e non c’era sicuramente in campo una squadra materasso). Così la media ha raggiunto quota 3,15 gol ogni novanta minuti: un’enormità. Se il Mondiale dovesse terminare così com’è cominciato, diventerebbe quello con più reti dell’ultimo mezzo secolo: dal 1962 a oggi, il record appartiene infatti all’edizione del 1970 con 2,97 a partita. Provate invece a indovinare quando è stato stabilito il primato negativo. Facile: nel 1990, allorché si è giocato nella nostra amata patria del catenaccio. E allora ci viene davvero il sospetto che l’aria che si respira attorno alle partite conti qualcosa: Brasile uguale gol, Italia uguale difesa.
Di sicuro stiamo vivendo un Mondiale assai divertente. Ricco di sconfitte sorprendenti (Spagna, Uruguay), di risultati ribaltati (Brasile, Olanda, Costa Rica, Svizzera, Costa d’Avorio), di gol. E di imperfezioni, ovviamente. Che nessuno ce le tolga. 

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