© ANSAROMA - A Madrid senza alcuna paura. E' questo in estrema sintesi il mantra di Gian Piero Ventura alla vigilia della settimana più importante della sua gestione. L'appuntamento di sabato al Bernabeu è una gara da dentro-fuori: «La sfida con la Spagna non mi toglie il sonno, anzi sono eccitato, anche se mi sarebbe piaciuto avere due risultati su tre - ha spiegato in conferenza l'allenatore dell'Italia -. E' evidente che dobbiamo andare lì, in Spagna, per giocarcela a viso aperto e che abbiamo solo un risultato, ovvero vincere. Se non vinciamo lì da settanta anni un motivo ci sarà.Inoltre, ci arriviamo purtroppo a settembre, che storicamente non è un periodo ottimale e non solo per il calciomercato ancora aperto. Vorrei parlare pero' non solo di Spagna ma anche di Israele. Se battiamo la Spagna e non facciamo la stessa cosa con l'Israele è come se non avessimo fatto niente».
MERCATO - Ventura ha sposato anche la tesi di molti allenatori che vorrebbero ridurre la finestra di mercato: «Sarebbe meglio giocassero tutti, ma il mercato condiziona. Penso sia giusto che finisca almeno 24 ore prima dell'inizio del campionato, l'ho sempre detto. La situazione di Spinazzola? E' roba figlia del mercato aperto, c'era poco tempo ed infatti i convocati sono gli stessi dell'ultima volta, ad eccezione di Perin per Scuffet. Insigne? Sta facendo benissimo ma già lo fa dal girone di ritorno dello scorso anno. Sono felice di averlo, è un giocatore che se sta bene altera gli equilibri. La Var? Quando si inizia qualcosa bisogna dare il tempo. Ci sono delle incongruenze, come ad esempio in alcune gare tempi limitati in altri dilatati. Serve pazienza per sviluppare, io sono concettualmente favorevole, ma penso che sia migliorabile quello che si vede oggi».